Votare per il sì oppure votare per il no? In sostanza sembrerebbe semplice per gli elettori prendere una decisione, andare a votare per scegliere se confermare oppure no le riforme portate avanti in Parlamento dal Governo. Ma non è così, quello che è emerso dal sondaggio IPSOS eseguito per il Corriere della Sera è la grande indecisione e la mancanza di informazione da parte degli elettori. Ma andiamo con ordine, la parola agli elettori dovrebbe passare nel prossimo mese di ottobre, vediamo ora perché si è chiamati alle urne.

Il referendum costituzionale in breve

Il referendum costituzionale è una forma di democrazia diretta, con cui il popolo è chiamato a decidere sulle riforme che si stanno effettuando in Parlamento. È disciplinato dall'articolo 138 della nostra carta costituzionale che affronta il procedimento di revisione costituzionale e approvazione delle leggi costituzionali. Le leggi di revisione costituzionale e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna camera, a maggioranza assoluta dei propri membri, con due deliberazioni a distanza non meno di tre mesi e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna camera.

Possono essere sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano richiesta 1/5 dei membri di ciascuna camera oppure 500 mila elettori o 5 consigli regionali.

La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Il sondaggio IPSOS per il Corriere

Gli elettori saranno chiamati a votare sul cosidetto ddl Boschi, che in sintesi prevede la riforma del Senato e del titolo V della costituzione. I punti chiave della riforma sono: la fine del bicameralismo perfetto, con la Camera dei Deputati che avrà il compito legislativo e il Senato della Repubblica che passerà da 315 a 100 membri di cui 95 eletti dai consigli regionali, i restanti 5 potranno essere nominati dal Presidente della Repubblica.

Inoltre è prevista l'abolizione del CNEL(consiglio nazionale dell'economia e lavoro) organo consultivo. Anche l'elezione del Presidente della Repubblica subirà alcune variazioni, sarà eletto da Depuati e Senatori con i 2/3 dei voti nei primi tre scrutini e con i 3/5 dal quarto scrutinio, dal settimo si passerà invece a 3/5 dei votanti.Sostanziali cambiamenti riguarderanno anche gli istituti di democrazia diretta, ci vorranno 150 mila firme per presentare una proposta di legge popolare (oggi ne occorono 50 mila), salirà anche la soglia per il referendum abrogativo, non più 500 mila firme ma 800mila con il quorum che sarà del 51% dei votanti delle Elezioni politiche.

Nel sondaggio Ipsos emerge però che solo il 7% conosce la materia, mentre il 56% ne ha sentito parlare ed il 37% ha una conoscenza a grandi linee. Per le intenzioni di voto prevale per poco il si sul no, con un 21% si ed un 16% no. È quindi fondamentale proseguire a fare informazione per dare l'opportunità ai cittadini di scegliere liberamente.