In queste ore le cronache riportano la scomparsa di Gianroberto Casaleggio, appena 61 anni, ideologo e fondatore con Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle. Considerato in vita, spesso, un semplice e pericoloso Guru, ora il solito voltagabbanismo italico lo celebra senza pudore. Casaleggio ha avuto invece un ruolo rivoluzionario nella politica italiana, infettandola finalmente di futuro, consapevole del ruolo trasformatore delle nuove tecnologie e di Internet, prima di molti sociologi, storici o intellettuali italiani.
Filosofo e cibernauta
Il ruolo del web per l'ascesa in Italia del fenomeno Beppe Grillo è noto a tutti.
Grillo e il Movimento esprimono tutt'oggi il primo partito dell'era di Internet in Italia. Bene o male, è un punto di non ritorno negli scenari attuali italiani, rispetto ai 5 Stelle, Grillo e Casaleggio, ancora attardati su politiche al massimo mediatiche e già superate. Casaleggio era l'anima intellettuale del movimento. Lo stesso Grillo, prima di Casaleggio, odiava quasi i computer: Casaleggio l'ha persuaso sul potenziale profondamente innovatore delle nuove tecnologie e della Rete in senso creativo anche sul piano politico, per una profonda reinvenzione della politica stessa. Finora avversari politici e media generalisti hanno sempre sottovalutato il cosiddetto futurologo Casaleggio, al passo quest'ultimo con figure note internazionali intellettuali quali Nicholas Negroponte e altri futuribili.
Un suo celebre film video di propaganda del movimento è stato spesso letto come mera profezia apocalittica, persino come espressione di un livello occulto del movimento per una futura svolta paradossalmente tecnocratica e reazionaria. Al contrario fu un documento di grande spessore per illustrare il divenire del nostro tempo storico, alla luce della rivoluzione elettronica e del web.
Essere e democrazia digitale
Casaleggio era comunque noto negli ambienti ciberculturali contemporanei, italiani ed esteri. Spesso ospite di convegni sociofuturibili non banali, lascia anche un' importante pubblicistica editoriale, “coronata” dal suo saggio futuribile ante litteram del 2004 “Web ergo sum”, persino cartesiano elettronico per Sperling and Kupfer, non banale casa editrice anche specializzata.
Il nuovo uomo eco-elettronico e la nuova democrazia diretta o digitale di cui parlano Grillo e il movimento, derivano direttamente dalle pagine del suo “piccolo” capolavoro. Pagine in Italia non inedite, si pensi soltanto in passato a quelle dei vari visionari futuribili, Silvio Ceccato e Roberto Vacca, lo stesso Club di Roma di Aurelio Peccei, oggi anche in primo piano in certo dibattito sul futuro e la politica dai contributi post nativi digitali dei vari Riccardo Campa, Stefano Vaj, Antonio Saccoccio, Adriano Autino, Roberto Marchesini, Luciano Floridi e altri. Quel che forse ha caratterizzato la vita intellettuale e poi anche pragmatica di Casaleggio, è la sua discesa in campo, non frequente tra i pensatori futuribili in Italia, nell'agorà politico con Beppe Grillo, semplicemente per dare una svolta futurista sociale e conoscitiva nuova alla sempre passatista politica e cultura italiana.
Luci e ombre, naturalmente si alternano in dinamiche necessariamente d'avanguardia e conflittuali, ma il suo lascito dal punto di vista storico culturale e politico nuovo è già da oggi un dato acquisito. Poi si sa: come già segnalano elogi di rito postumi, in Italia dominano sempre o quasi apocalittici o integrati, per dirla con lo stesso Eco, raramente gli Innovatori.