L’audio integrale del discorso fatto dal governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a 300 amministratori locali una decina di giorni or sono, è liberamente consultabile sul sito del Fatto Quotidiano dal 18 novembre scorso. Più di una settimana in cui le parole pronunciate da ‘Don Vicienz’ sono diventate virali sul web. Un elogio del clientelismo all’italiana talmente sfacciato da restare negli annali della (distorta) comunicazione politica. Un fulgido esempio di un’Italia governata da clan e consorterie senza scrupoli. Non la pensa però così, evidentemente, il servizio pubblico televisivo della Rai i cui tg hanno mandato in onda solamente versioni edulcorate e spezzettate dell’arringa deluchiana.

Sul caso hanno chiesto chiarimenti anche i senatori Gianni Girotto e Lello Ciampolillo, membri in quota M5S della commissione di Vigilanza Rai.

La Rai censura De Luca

Il 23 novembre scorso, ad esempio, Tg1, Tg2 e Tg3 hanno utilizzato all’unisono il condizionale del verbo avere, “avrebbe”, per spiegare al pubblico che Vincenzo De Luca “avrebbe” solamente chiesto a sindaci e politici campani di votare Si al referendum. Insomma, fa notare tra gli altri il giornalista investigativo del Fatto Marco Lillo, la notizia secondo la Rai sarebbe esclusivamente la, tra l’altro legittima, richiesta del governatore di schierare le sue truppe politiche dalla parte del Si al referendum costituzionale del 4 dicembre.

E l’elogio del sindaco “notoriamente clientelare” di Agropoli? E l’organizzazione delle clientele “come Cristo comanda”? E la richiesta di offrire “fritture di pesce” agli elettori? Nulla di tutto questo è accaduto secondo la Rai.

Per fortuna, chiunque volesse è libero di trovare il video/audio cult di De Luca su Youtube. Ascoltando le parole di De Luca scoprirebbe, al contrario dei telespettatori Rai tenuti all’oscuro di tutto, che lo ‘sceriffo di Salerno’ non ‘avrebbe’ semplicemente chiesto agli amministratori locali di votare Si al referendum, ma ‘ha’ chiesto loro di portare letteralmente gli elettori ai seggi con la promessa di fiumi di denaro in arrivo da Roma, ma solo in caso di vittoria del fronte del Si.

Ancor più grave, se vogliamo, il fatto che, una volta deflagrate le polemiche sul caso, il direttore del Tg1, Mario Orfeo, abbia deciso di trasmettere solo pochi secondi dell’audio incriminato, naturalmente i meno compromettenti per un De Luca il cui pacchetto di voti fa troppa gola a Matteo Renzi.