Negli ultimi giorni il Ministro degli Esteri Angelino Alfano ha parlato di Ambasciatori di successo all'Estero, non si tratta di talenti in fuga ma di "ambasciatori del nostro successo e del nostro talento" ha sottolineato il Ministro alla cerimonia di riconoscimento sull'innovazione, che ha premiato una start up di ricercatori italiani negli Stati Uniti, prosegue Alfano " l'Italia è una superpotenza della cultura, della scienza e della bellezza, dobbiamo far valere questo primato." Ma i rapporti e i dati danno parere contrari. Secondo l'Istat l'Italia è un paese vecchio, con poche nascite, dove migliaia di giovani, esattamente 147 mila nel solo 2015 sono emigrati altrove, un dato questo per l'Istat in crescita.

Mentre nell'ultimo studio della fondazione Migrantes, uscito a ottobre 2016, " Italiani nel mondo", leggiamo: " gli italiani giovani e meno giovani guardano sempre più all'estero, per soddisfare i propri desideri lavorativi, in particolare in Europa." Madrid e Barcellona, come Londra e Berlino, sono le città dove si concentra maggiormente l'emigrazione italiana. Dalle elaborazioni statistiche dell'Istituto spagnolo INE c'è stato un notevole aumento della presenza degli italiani in Spagna con un continuo crescendo, da l'8% nel 2005 ad oltre il 15% nel 2016.

La mancata meritocrazia

L'Italia è l'ultimo paese in Europa in termini di meritocrazia, l'Avvocato Luca Failla a fine dicembre del 2016 ha nuovamente sottolineato come il nostro paese stia perdendo sempre più professionalità.

Un dato allarmante secondo Failla, dovuto anche alla mancata meritocrazia che fa perdere al Bel Paese produttività ed efficienza. Il sistema su cui poggia l'Italia tra clientelismo e familismo produce ingenti danni sociali, culturali, ma anche in ambito di crescita formativa e lavorativa. Gli italiani che sono fuggiti via dicono nelle loro testimonianze raccolte su siti come Italiani in fuga che "la mancata meritocrazia non dà opportunità ai giovani", si parla anche di ingiustizia generazionale dove le vecchie generazioni hanno potuto beneficiare di sicurezza sociale a discapito di quelle nuove o ancora " un paese corrotto che non da speranze per il futuro."

Il 73% dei ricercatori italiani vive e lavora fuori dai confini nazionali, quello che spinge ad andare via è proprio la maggiore valorizzazione delle competenze, un reddito più alto e opportunità occupazionali più alte.

Un altro dato non positivo che emerge dal rapporto Migrantes è che molti vanno via dall'Italia e con la poca voglia di rientrare, un' emorragia di talento e competenza che "non è corrisposta da una forza d'attrazione che spinge al rientro."