La Procura Generale d'albania ha accusato in modo diretto l'ambasciatore americano Donald Lu di essere un emissario del magnate George Soros, e di voler condizionare la politica interna del paese. L'attacco della procura è la risposta alle accuse mosse dal diplomatico americano all'indirizzo del procuratore generale Adriatik Llalla, che si è opposto alla riforma della giustizia nel paese, caldeggiata proprio da Soros e dall'ex amministrazione Obama. La presa di posizione dell'Ambasciatore americano è stata ritenuta un'intromissione non dovuta nella politica albanese, anche se non è infrequente che i diplomatici a stelle e strisce si esprimano sulle questioni interne dei paesi dove sono in missione.
Per esempio in occasione del referendum costituzionale l'ex ambasciatore Usa a Roma si era espresso in favore delle ragioni del Si, anche in quel caso suscitando alcune polemiche.
La dura presa di posizione della procura
L'ingerenza dell'ambasciatore Usa ha scatenato una dura reazione da parte della Procura Generale albanese, che ha accusato la politica di farsi dettare l'agenda dal diplomatico americano: "Il signor Lu deve capire che se è abituato a dettare l'agenda alla politica albanese, non potrà fare lo stesso con la procura". Un attacco che oltre al diplomatico americano appare rivolto anche al governo albanese, accusato implicitamente di essere accondiscendente verso le indicazioni della diplomazia americana.
Pressioni sulla procura
La procura albanese accusa l'ambasciatore Usa di aver ricattato le istituzioni, anche mediante la revoca dei visti, affinché alcune indagini su irregolarità commesse da alcune imprese fossero chiuse. "Per svolgere il compito assegnato loro dalla costituzione i procuratori non necessitano di nessun visto", afferma la nota della Procura generale, che prosegue denunciando di avere subito pressioni per avallare alcune leggi, anche quando queste violavano la Costituzione albanese e persino i diritti umani.
Infine la nota evidenzia come il comportamento dell'ambasciatore sia "molto simile" alle strategie di George Soros per condizionare l'opinione pubblica e svilire il ruolo delle istituzioni.
La questione è finita sul Washington Times
Lo scontro tra la Procura Generale e l'ambasciatore statunitense ha avuto ampio risalto in Albania, ed è finita persino sulle colonne del Washington Times, con un articolo molto critico nei confronti del diplomatico accusato di essere un emissario del magnate.
Il quotidiano americano evidenzia inoltre come l'amministrazione Obama abbia sostenuto le politiche del partito socialista albanese guidato da Edi Rama, che nel 2013 era tra gli invitati al matrimonio di Soros. Quanto alle accuse mosse dalla procura, il Washington Times evidenzia come circa 70 membri dei partiti di opposizione hanno subito la revoca del "visto" da parte dell'Ambasciata statunitense a Tirana, elemento che sembra confermare la veridicità di certe accuse.