La 'ndrangheta ha scelto Fiano Romano, a nord di Roma, come centro di smistamento internazionale di sostanze stupefacenti. I Carabinieri, a seguito delle ricerche condotte dal Ros in sinergia con le autorità colombiane e spagnole, hanno emesso 44 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti riconducibili alla cosca calabrese dei Mancuso, originaria di Limbadi (Vibo Valentia). Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha dichiarato che alcuni albanesi impiantati a Fiano Romano ricevevano regolarmente centinaia di chili di cocaina proveniente da Venezuela, Colombia e Cile, e provvedevano a smistarla sia in Italia che nel resto del mondo.
Un'allarmante scoperta
L'allarmante scoperta va ad aggiungersi alle turbolente vicende legate a Mafia Capitale e alla gestione dei profughi da parte delle cooperative. Tuttavia, indipendentemente dalla provenienza (romana o calabrese), la parola "mafia" è ormai molto presente nelle cronache locali. Segno, questo, di come la malavita abbia preso il sopravvento sulle istituzioni.
Le reazioni dei residenti
Mario, un disoccupato della zona, si sfoga in un bar di Fiano: "Lavoravo come magazziniere presso la zona industriale, ma la cooperativa non mi teneva in regola. O meglio, lo faceva attraverso un oscuro meccanismo associativo che serve a mascherare il rapporto di lavoro dipendente.
Mi dovevano tre mesi di arretrati, ma per non pagare esiste un trucco molto semplice: è sufficiente fallire, e poi riaprire con un nome diverso. Ero stufo di essere sfruttato e ho dovuto lasciare il lavoro. Qui ci sono solo degrado, droga, e tasse. Siamo abbandonati". In effetti, l'elevato tasso di disoccupazione funge da volano per la diffusione della droga, in termini sia di consumo che di spaccio.
In mancanza di altro, quest'ultimo viene addirittura considerato l'unico sbocco lavorativo possibile per i giovani.
La rabbia dei cittadini si percepisce anche su Facebook, dove sono sorti comitati spontanei per denunciare il degrado, tra cui un'associazione anti-tasse che, considerando la scarsa qualità dei servizi (acqua, trasporti, iniziative per l'occupazione, sicurezza), ritiene ingiusto l'elevato carico fiscale sulla prima casa.