Un solco meno profondo della norma e localizzato nell'area corticale di Broca, conosciuta per esserefondamentale per il linguaggio, la comunicazione e l'interazione sociale. Sarebbe questo il marker biologico dell'autismo rilevabile con una risonanza magnetica secondo lo studio di un gruppo di ricercatori del CNRS e dell'Università di Aix-Marsiglia, pubblicato sulla rivistaBiological Psychiatry: Cognitive Neurosciences and Neuroimaging.

Lo sviluppo corticale nell'autismo

I disturbi dello spettro autistico, come ad esempiola sindrome di Asperger, il disturbo autistico, la sindrome di Rette il disturbopervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato, sono accomunati da un deficit di interazione sociale le cuibasi neurobiologichesono ancora poco chiare.

Alcunistudi scientifici suggerisconoche questi disturbi siano dovuti ad anomaliedelripiegamento della corteccia cerebrale, ovvero delprocesso lungo e delicato che porta alla formazione delle crestee dei solchi corticali. Tale processo è governato dauna popolazione di cellule staminali, che sono chiamate cellule della sottoplacca neurale,eche si trovano al confine tra la sostanza grigia (formata dai neuroni) e la sostanza bianca (formata dalle connessioni tra i neuroni). Nell'autismo, le cellule dellasottoplacca sono troppo numerose e determinano un anomalo ripiegamento della corteccia che si traducein unacomunicazione anormale tra le aree corticali. Nel cervello maturo i neuroni che derivano dalla sottoplacca neurale occupano il punto più profondo dei solchi corticali.

Un solco meno profondo degli altri

"Numerosi studi di neuroimaging" afferma Lucil Brune, primo autore dello studio e ricercatrice all'Università di Aix-Marsiglia "hanno confermato leanomalie nel ripiegamento della corteccia nei pazienti affetti da autismo. Tuttavia, nessuna delle tecniche di misurazione tradizionaliapplicate alle neuroimmaginiè riuscita a fornire un marker anatomico specificoperl'autismo".

Per identificare un tratto anatomico distintivo, i ricercatori francesi hanno usato un metodo nuovo basatosulla misura del punto dimassima profondità dei solchi corticaliindividuati nelle risonanze magnetiche. Poi, hanno applicato il metodo alle risonanze acquisitein un primo gruppo dibambini affetti da disturbo autistico, in un secondo gruppo di bambini affetti dadisturbopervasivodello sviluppo non altrimenti specificato e in un terzo gruppo di bambini sani.

"Abbiamo osservato" continuaLucil Brune "che uno dei solchi dell'area di Broca, ovvero l'area che permette agli esseri umani di parlaree di interagire con i loro simili, era meno profondo nei bambini affetti da disturbo autistico e non negli altri". La scoperta è importantesia perché apre la strada a una maggiore comprensione delle basi neurobiologiche dell'autismo, sia perché potrebbe fornire uno strumento di diagnosi precoce del disturbo autistico che permetta diattuare gli interventi comportamentaliriabilitativipiù efficaci nel più breve tempo possibile.