La psoriasi è una malattia immunitaria, infiammatoria e sistemica che colpisce il 3-4% della popolazione mondiale.

Da un sondaggio effettuato dai ricercatori del Dipartimento di Dermatologia di San Francisco, California, e pubblicato sulla rivista Dermatologic Therapy nel maggio 2017, è emerso che i pazienti soggetti alla malattia cercano di seguire una dieta appropriata, per avere dei benefici alla pelle e ridurre i sintomi di artrite infiammatoria.

La risposta migliore, in 1206 soggetti con psoriasi coinvolti nello studio, è stata ottenuta da tre tipi di metodi nutrizionali.

Il 72% indicava come più idonea quella del Dr. John Pagano (medico americano che studia da molti anni la malattia), il 70% quella vegana, il 68.9% la paleolitica.

Le diete in questione, pur differenti, avevano degli elementi comuni: da una parte la riduzione significativa di zucchero, derivati del latte e cereali con glutine, dall’altra l’aumento del consumo di frutta e ortaggi, probiotici, acidi grassi polinsaturi omega 3 e vitamina D.

L’alimentazione ad azione antinfiammatoria è risultata, dunque, un fattore determinante per ottenere dei miglioramenti.

Psoriasi e sondaggio

Caratterizzata dalla presenza di chiazze rosse, ispessite, ricoperte da squame su alcune zone del corpo (mani, unghie, gomiti, cuoio capelluto, piedi), ha una piccola predisposizione genetica.

Alcuni fattori quali stress, infezioni, stile di vita errato (alimentazione scorretta, fumo, abuso di alcol, sedentarietà) possono indurre l’insorgenza della malattia.

In base all’analisi dei dati, l’Università della California ha classificato due tipi di pazienti rispetto al comportamento dietetico:

un gruppo più anziano con un maggiore BMI (indice di massa corporeo per sovrappeso/obesi) cercava di evitare carne rossa (vitello, manzo, maiale, ovino e caprino), sale, alimenti ad alto contenuto di grassi, caffeina, alcol e tabacco e assumeva più frutta, ortaggi, probiotici, pesce e vitamina D per allontanare il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e tumorali;

uno più giovane limitava il consumo di glutine, farina bianca, merendine, salse e crostacei per avere giovamenti sulla pelle.

Caratteristiche delle diete anti-psoriasi

Ben l’86% dei pazienti riscontrava minori lesioni della pelle seguendo un’alimentazione idonea: il 53.8% aveva ridotto l’alcol, il 53.4% il glutine, il 52.1% le solanacee (patate, pomodori, melanzane e peperoni), il 44.6% aveva incrementato l’assunzione di olio di pesce/omega 3, il 42.5% gli ortaggi e il 41% la vitamina D.

Effettivamente è stato rilevato che alcol, glutine e solanacee possono innescare o peggiorare le lesioni della pelle nella psoriasi; i meccanismi non sono chiari, ma agiscono mediante alterazione (disbiosi) del microbiota intestinale, maggiore crescita di batteri dannosi e produzione di citochine infiammatorie, irritazione del rivestimento intestinale e alterazione del sistema immunitario.

Alimenti protettivi come frutta e ortaggi, ricchi di fibre e antiossidanti, acidi grassi omega 3, vitamina D e probiotici (microrganismi vivi, bifidobatteri e lattobacilli) invece hanno mostrato effetti opposti: tendono a ripristinare l’equilibrio (eubiosi) del microbiota intestinale e a mitigare l’infiammazione (livelli minori di citochine TNFalfa, IL-1, IL-6 e di marker PCR).