La "rivoluzione rossa" è nell'aria. Lo sconfortante Gran Premio d'Italia, con Fernando Alonso ritirato e Kimi Raikkonen anonimamente relegato in 9^ posizione potrebbe accelerare un processo di generale rinnovamento all'interno della scuderia Ferrari per ridare smalto ad un cavallino che mai come quest'anno, più che "rampante" appare "agonizzante". E le dichiarazioni di Sergio Marchionne e di Alonso non fanno altro che gettare nubi scure sul destino della rossa di Maranello.

L'amministratore delegato della Fiat, ancora prima che terminasse la deprimente gara di Monza, ha scagliato tuoni e fulmini verso il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, evidenziando come in Formula 1 la scuderia di Maranello non sia competitiva ormai da 6 anni, nel corso dei quali non si è visto alcun miglioramento nei risultati sportivi. Certo, Marchionne ha riconosciuto la capacità di Montezemolo nel rilanciare il marchio Ferrari sul mercato e nelle vendite, ma questo non gli basta, perché "bisogna avere una Ferrari vincente anche in Formula 1".

Montezemolo, che negli anni Novanta prese in mano le redini di una rossa in crisi non solo in ambito sportivo, ma anche sul mercato automobilistico, è riuscito a risollevare le sorti del marchio di Maranello ottenendo strepitosi risultati in Formula 1 - indimenticabile l'era Schumacher - e rilanciando sul mercato internazionale le vetture che portano il simbolo del "cavallino rampante". Dal 2008, però, qualcosa è andato storto. Tutto è cominciato con l'addio di Jean Todt e di Ross Brawn e, a poco a poco, si è sprofondati sempre più nel baratro, con la monoposto numero 14 di Alonso che a Monza si è tristemente fermata per un guasto. Anche l'affidabilità, vanto da sempre della Ferrari, la sta abbandonando.

Il morale, all'interno della scuderia, è a dir poco basso. Lo stesso Alonso, nelle dichiarazioni successive al suo ritiro, non ha potuto nascondere lo sconforto nel quale è piombato e che, nonostante le sue rassicurazioni, rendono incerto anche il suo di futuro. La Mc Laren che attende i motori Honda farebbe carte false pur di averlo, e se il campione spagnolo dovesse rendersi conto che la crisi Ferrari dovesse essere lontana dal risolversi, allora non è escluso che, pagando una penale, Fernando possa fare le valige e tornare alla corte di Ron Dennis. Il "No" categorico sottolineato dinanzi ai microfoni, in risposta alla domanda su un'eventuale possibilità di strappare almeno una vittoria in questa stagione, sembra scrivere la parola "Fine" sul lungo e vincente ciclo Ferrari di Montezemolo. Giovedì 11 settembre è previsto il Cda della Ferrari: per adesso non sono previste dimissioni da parte dell'attuale presidente, ma non è escluso che possano arrivare clamorose decisioni per il bene di una Ferrari da oggi scesa al quarto posto nel mondiale costruttori, grazie al terzo posto conquistato a Monza dall'ex ferrarista Felipe Massa. Gli strani casi del destino.