Ci siamo alzati in molti alle 5:00 del mattino ora italiana della prima domenica del maggio 2015, attirati dal rullo di tamburi mediatico che ha preparato il terreno al "match del secolo" e cioè quello tra un americano imbattuto, Floyd Mayweather jr, e l'idolo delle Filippine Manny Pacquiao. Ha vinto il primo, al termine di 12 riprese, incamerando così il successo numero 48 di una brillante carriera, con 26 k.o., ma francamente il pubblico si è divertito poco, come testimoniato dai fischi finali.
Generosa ma anche un po' ingenua è risultata la tattica "garibaldina" di Pacman, che per lunghi tratti ha dato la sensazione di avere nel diretto destro e nel gancio sinistro il colpo della vittoria.
Sistematicamente all'offensiva, Pacquiao forse non ha capito bene l'atteggiamento dello scaltro avversario, che inizialmente lo ha fatto sfogare, finendo spesso alle corde, per poi colpire di rimessa con lucidità finendo in questo modo per vantare il maggior numero di colpi.