Il campione della Ferrari Sebastian Vettel, recentemente intervistato da un'emittente tedesca, ha dato il via alle dichiarazioni sul GP di Cina. Vettel è reduce dal guasto del GP del Barhain che è stato sulla bocca di tutti per una decina di giorni, anche dell'ex presidente Montezemolo, e l'umore ne risente anche nel caso del simpatico tedesco.

Cominciarispondendo ai tanti tifosi (ferraristi e non) che loritengonocome un eroe moderno, con una risposta un po' fredda ma come nel suo stile, molto umile: "Io non sono diverso da una qualsiasi persona normale, di quelle che tutti i giorni camminano per strada, vanno a casa o al lavoro, non sono megliodi lorosolo perchè posso guidare più velocemente di loro.

Io faccio il mio lavoro, che è correre, ma non sto salvando la vita a nessuno, non sono un eroe“.

Al contrario del suo rivale per il titolo Hamilton, che non sembra temere più di tanto (affidabilità e Nico Rosberg permettendo) è raro infatti vederlo pavoneggiarsi in pubblico o lasciarsi andare in dichiarazioni sulla sua vita privata e sulla sua famiglia, enon è presente suFacebook, Twitteretanto meno Snapchat o altri generisocial network.

I numeri del quadri-campione del mondo sono "imbarazzanti": a soli 28 anni, con un decennio di attività nella massima formula, conta già 4 mondiali vinti (di fila), 42 vittorie e 80 podi. Un 'curriculum vitae' chefarebbe sentire importante e al centro della scena non solo la stragrande maggioranza dei piloti (ma anche delle persone normali) ma non il tedesco di Heppenheim, non nuovoa dichiarazioni dalla grande umiltà e intelligenza.

Poi rincara la dose e critica le mode del momento: “Non capisco questa generazione che si scatta le foto da sola e un momento dopo le posta sui social perchè tutti le vedano, è una filosofia lontana dalla mia” dice Sebastian,ignorando i "selfie" e la ricerca della visibilità, è un ragazzo vecchia scuola.

Così come è vecchia scuola come la sua idea per la salvezza della F1:“Non si deve assolutamente perdere lo spirito della F1, bisogna stare attenti allenuove regole, troppo strane e futuristiche, così come con le auto. Sono più efficienti, ma non più veloci e nemmeno entusiasmanti per il pubblico e i piloti”.