Il Giro d'Italia che si avvicina alla sua parte finale, quella con le tappe alpine, ha ritrovato tra i protagonisti della classifica generale una giovane speranza italiana, Antonio Tiberi. Il corridore laziale del Team Bahrain è guidato in questa corsa rosa da uno degli uomini più esperti del gruppo in fatto di grandi gare a tappe, Damiano Caruso. In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, il siciliano ha accostato Tiberi a un suo illustre capitano di qualche anno fa, Vincenzo Nibali, e lanciato la corsa al podio finale. Caruso ha anche parlato della maglia rosa di Tadej Pogacar, "un corridore con una superiorità mai vista".

"A Tiberi la pressione scivola addosso"

Sono in molti tra gli appassionati e gli addetti ai lavori del ciclismo ad aver designato Antonio Tiberi come il possibile erede di Vincenzo Nibali. Dopo il ritiro del campione siciliano, il Ciclismo italiano è rimasto senza corridori in grado di inserirsi tra i protagonisti delle corse a tappe, ma in questo Giro d'Italia Tiberi ha dimostrato di aver fatto un salto di qualità e di poter colmare questo vuoto.

Uno dei pareri più autorevoli sul paragone tra Nibali e Tiberi è senz'altro quello di Damiano Caruso, che ora è compagno di camera del giovane laziale e in passato è stato tra i gregari di lusso del messinese nel Team Bahrain.

Caruso ritiene questo accostamento azzeccato, anche per il modo di vivere la corsa di Nibali e Tiberi.

"Ad Antonio la pressione scivola addosso. Mi ricorda Nibali, che prima delle cronometro si addormentava" ha raccontato il corridore del Team Bahrain, invitando il suo giovane compagno ad andare a caccia del podio in questo Giro d'Italia. "Deve crederci, sta comunque vivendo un'esperienza importantissima per la sua crescita" ha commentato Caruso.

Il corridore del Team Bahrain ha parlato anche della maglia rosa Tadej Pogacar, un fuoriclasse assoluto che non finisce di stupirlo. "Non avevo mai visto un corridore con una tale superiorità, è uno spettacolo" ha dichiarato Damiano Caruso.

Caruso, l'anno d'oro nel 2021

Classe '87, professionista dal 2009 con la LPR, Damiano Caruso è uno dei veterani del ciclismo.

Ha corso con De Rosa, Liquigas, Cannondale, BMC e Team Bahrein, sfruttando spesso le sue qualità di scalatore e fondista per fare da gregario di lusso per capitani da grandi corse a tappe. Per questo, nonostante le sue grandi qualità, il suo palmares è abbastanza scarno in quanto a vittorie personali.

Il punto più alto della carriera è stato nel 2021, quando diventò capitano del Team Bahrain al Giro d'italia dopo il ritiro di Mikel Landa, caduto nelle prime tappe. Caruso colse l'occasione vincendo con una fuga spettacolare la tappa di Alpe Motta e arrivando secondo dietro a Bernal nella classifica generale. In quella stessa stagione vinse anche la tappa di Alto de Velefique alla Vuelta Espana.