Un vecchio detto, maggiormente legato alla tradizione calcistica nazionale, cita "squadra che vince non si cambia".
Questo modo di dire, noto per lo più in riferimento a questioni sportive, è stato assimilato in maniera alquanto particolare all'interno della Federazione Italiana Pallacanestro (Fip).
L'Assemblea Generale ordinaria della Federazione cestistica, riunitasi in mattinata, ha decretato la conferma, con il 92% dei voti, del Presidente uscente Gianni Petrucci.
Il secondo mandato consecutivo del dirigente romano, assieme alla squadra degli ultimi quattro anni, rappresenta, però, l'ennesimo salto nel buio da parte della pallacanestro italiana anche a causa dei risultati non proprio entusiasmanti della precedente gestione Petrucci.
Infatti, prendendo in considerazione l'ultima era cestistica, non si può fare a meno di notare una serie di defezioni, tanto a livello di nazionale quanto a livello di club, che di certo non hanno aiutato l'intero movimento nazionale.
Ciò che stupisce ancora di più, inoltre, è l'ampio consenso ottenuto dopo un anno a dir poco disastroso.
Il fallimento del pre olimpico, la pessima gestione della questione FIBA vs EuroLeague (che non solo ha danneggiato squadre del calibro di Reggio Emilia ma ha anche dimostrato, con la ritrattazione successiva, l'effettivo valore della Fip), il rinnovo del campionato di A2 a 32 squadre ed 1 promozione, i fallimenti continui di società ai limiti della sopravvivenza, l'inesistenza di un campionato giovanile degno e le regole ballerine (tanto finanziarie quanto sportive) sono solamente alcune delle pecche dell'ultimo anno firmato Petrucci&co.
A ciò, infine, si aggiunge anche la perdita di visibilità, dettata da una confusionaria campagna media, che non solo ha messo in difficoltà i tifosi (che spesso hanno perso la possibilità di seguire la propria squadra dopo aver pagato abbonamenti annuali a servizi online) ma anche l'intero campionato maggiore che solo nell'ultimo periodo è riuscito ad accaparrarsi uno sponsor, Poste mobile, che garantirà un'entrata di appena 600.000 euro.
L'inizio della nuova era Petrucci è appena cominciato ma i presupposti non sembrano per nulla buoni,