Alla fine succede sempre così. Ogni volta che qualcuno tenta di stilare una classifica di "best of" di tutti i tempi, inevitabilmente escono allo scoperto coloro che storcono il naso. Quelli che al primo posto avrebbero innalzato il titolo o il personaggio fuori dalla Top Ten o, peggio ancora, quelli che s'inalberano per una dimenticanza o una svista essenziale. Un po' come accade quando si comunica la lista dei ministri, o quando Pioli rende nota la formazione dell'Inter. C'è sempre qualcuno che protesta.
Ecco la Top Ten
E così questa volta tocca, in ordine temporale, al nuovo numero in edicola di "Rolling Stone" italiano che, prendendo spunto dall'edizione omonima e sorella americana che ha pubblicato i 100 "migliori show televisivi della storia" (non vi diremo chi ha vinto...), ha tentato di inanellare i "25 migliori programmi della tv italiana".
Curata da Mario Bonaldi e Alberto Piccinini, la hit-list premia in vetta "La Piovra", in onda dal 1984 al 2001, davanti all'altra Serie TV che ha fatto scuola in ambito narrativo malavitoso - non solo in Italia - ovvero "Gomorra". Sul podio sale anche "Mai dire gol", seguito da "Blob" (4°), "Quelli della notte" (5°), un po' a sorpresa "Il caso Scafroglia" di Guzzanti (6°), lo storico "Un, due, tre" (1954-1959) al settimo posto, "Drive In" all'ottava posizione, "Boris" in nona e, a chiudere la Top Ten, "Non è la Rai".
E il Gabibbo...Chi l'ha visto?
Sorvolando sugli altri quindici programmi, anche se al posto de "I Promessi Sposi" del trio Lopez-Marchesini-Solenghi avremmo preferito quelli classici di Bolchi, per rappresentare uno degli sceneggiati di punta della Rai educativa e culturale non ancora inseguitrice dell'Auditel, balza all'occhio una certa miopia per un filone non da poco.
I programmi di denuncia sociale, con "Striscia la notizia" in testa, ma anche "Report" e "Le Iene", capaci di supplire quel giornalismo d'inchiesta che spesso la carta stampata ha dimenticato finendo a sedersi per impaginare notizie di agenzie, sono praticamente assenti. Unica eccezione, se si vuole, "Chi l'ha visto?" in ventunesima posizione.
Trova spazio anche la poco memorabile - non tra i migliori programmi di sempre, almeno - "1992", da un'idea di Stefano Accorsi. Per il Gabibbo, quasi un affronto.
Una classifica fatta apposta per far discutere
Come scrivono giustamente Bonaldi e Piccinini nell'incipit della classifica, "è fatta apposta per fare discutere e magari incazzare: per ognuno di questi programmi ce n'è almeno un altro che avrebbe meritato di essere incluso".
Probabilmente, si sarà pensato, in questo spirito di compensazione, Ricci lo premiamo con "Drive In"; non esageriamo anche col tg satirico in onda da 29 edizioni di onorata carriera di scoop. Ma la Gabanelli e "Le Iene", entrambi con le loro inchieste da prima pagina?
Giuria super partes o no?
Dubbi e domande che lasciano il tempo che trovano e rasentano le chiacchiere da bar, ovviamente, ma poi, sfogliando la classifica, in fondo e in lettering microscopico, compaiono i nomi della giuria "scelta da Rolling Stone". Si leggono, tra gli altri: Maurizio Costanzo (il suo "Maurizio Costanzo Show" è presente al 19° posto), Carolina Crescentini di "Boris" (come detto, nella Top Ten), Giancarlo De Cataldo di "Romanzo Criminale" (17°), Salvatore Esposito di "Gomorra" (2°), Giorgio Gherarducci di "Mai dire gol" (3°), Marco Giusti di "Blob" (4°), Fatma Ruffini di "Karaoke" (20°). Naturalmente sono solo dietrologie e sospetti degni del commissario Cattani e della sua Piovra, che rotolano via col prossimo numero in edicola…Like a Rolling Stone.