MARSALA – È da un piccolo avamposto della Sicilia occidentale (la sedemarsalese dell’Istituto regionale vini e olio) che un enologo, il 53enne MarioRagusa, sfida, con suoi studi, compagnie petrolifere e altri colossi cheoperano nella produzione di energie tradizionali. In genere, assai inquinanti.

"Da oltre trent’anni – dice Ragusa - lavoro nel settore della ricercaenologica e negli ultimi otto mi sono dedicato allo sviluppo di processi emetodiche al fine di ottenere energia verde, elettricità, biocarburanti, calore,mediante lo sfruttamento delle biomasse residuali della lavorazione dei vignetie delle uve e anche degli uliveti".

L’enologo, ennese di nascita, ma marsalesed’adozione, ha così sperimentato "un additivo di origine agricola che consentedi miscelare il bioetanolo al gasolio fossile per la produzione di E-Diesel, uncarburante a base rinnovabile che consente la drastica riduzione, anche del 30%,del Pm10 (micidiali polveri sottili emesse dagli autoveicoli) soprattutto inambito urbano".

Da un lato, dunque, si abbasserebbe il livello di inquinamentoatmosferico, dall’altro il comparto agricolo siciliano, in profonda crisi daoltre vent’anni, potrebbe vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. "Attualmente– continua Mario Ragusa - sto approfondendo il processo di produzione delbioetanolo di seconda generazione, ovvero utilizzando materiali ligneo-cellulosicie, di conseguenza, il bioetanolo potrà essere prodotto a partire dagli scartiagricoli e non più da materie prime alimentari.

Infine, ho approfondito labio-digestione come strumento per il trattamento della frazione organica deirifiuti solidi urbani (Rsu) al fine di ottenere fertilizzanti e Bio-gas (cioègas metano) per la produzione di energia elettrica e calore da fonte rinnovabile.Mi sono, inoltre, qualificato nella certificazione energetica degli edifici eritengo che questa sia la via da percorrere per ottenere un cospicuo risparmio(-30%) del consumo di energia da fonte fossile.

C’è bisogno di orientarsi versouna Green Economy, una strada che riesca ad unire lo sviluppo ambientale con quelloeconomico". Al momento, però, Mario Ragusa sembra predicare al vento. Anche perchégli interessi economici contrastati dal ricercatore scientifico dell’Irvos sonociclopici.