Una passione innata per gli animali diventata, col tempo e con lo studio, una vera e propria missione di vita. Abbiamo intervistato Flegra Bentivegna, eccellenza italiana nella cura delle tartarughe marine e ideatrice del primo ospedale per il soccorso di questi animali fondamentali per la conservazione degli ecosistemi marini. La dott.ssa Bentivegna ci ha spiegato l'importanza di questi animali per i nostri mari e ci ha parlato del progetto che sta seguendo in Libano insieme al Rac/Spa delle Nazioni Unite.

L'importanza delle tartarughe negli ecosistemi marini

Le tartarughe hanno un ruolo fondamentale nei nostri mari perché sono delle predatrici, mangiano quel che trovano in un determinato Ambiente e mantengono intatti gli equilibri degli ecosistemi marini. Ad esempio la tartaruga liuto, la più grande che abbiamo, si nutre di meduse. Queste ultime stanno aumentando nei nostri mari proprio perché stanno diminuendo i suoi predatori come tonni, pesci spada e, appunto, le tartarughe liuto.

Inoltre, le tartarughe sono importanti perché, durante la migrazione, sul carapace si possono impiantare specie di alghe incrostanti o altri piccoli animali e, spostandosi da un luogo all'altro favoriscono la formazione di nuove colonie.

Dunque, quando parliamo di conservazione di questa specie, parliamo anche di protezione di ecosistemi. Ecco perché dobbiamo capire che, se le tartarughe spariranno, ci saranno ingenti danni alla natura e all'ambiente marino.

Il progetto in Libano e la realizzazione di un centro di primo soccorso

Finora ho effettuato tre viaggi in Libano.

Il primo, nel 2011, mi è servito per svolgere un'indagine conoscitiva del posto e per rendermi conto che, effettivamente, in quella zona c'era un'ampia concentrazione di questi animali, soprattutto della tartaruga verde, la specie a maggior rischio estinzione. La seconda volta ci sono stata nel 2013 e ho fatto un'ampia formazione, essendomi resa conto che non c'era alcuna conoscenza della fauna marina.

Successivamente è nata l'idea di realizzare un centro di primo soccorso all'interno della riserva naturale di Tiro, perché ci sono molte tartarughe che hanno bisogno di cure poiché finiscono intrappolate nelle reti o ingoiano plastica. Ho dato indicazioni sulle attrezzature e sui medicinali necessari e sia il Rac/Spa che il Ministero dell'Ambiente locale, hanno dato dei soldi per comprarne un minimo.

La terza missione, dall'8 al 18 giugno, mi è servita per vedere a che punto erano i lavori. Sono state comprate le prime vasche per le tartarughe e i medicinali più importanti, quindi un centro di primo soccorso è già attivo. A questo punto, però, in me è subentrata una fase di frustrazione perché mi sono resa conto che manca la mentalità per tutelare questi animali.

La riserva naturale di Tiro è aperta e, addirittura, sulla spiaggia c'è una sfilza di chioschi per i turisti. Questi interferiscono con la vita delle tartarughe che vanno lì non solo per mangiare, ma anche per deporre le uova. I chioschi, che non possono essere rimossi per interessi economici, con le luci serali disorientano le tartarughe. Urge una campagna di sensibilizzazione, e la cosa che mi preoccupa di più è che con le parole c'è la volontà di fare tutto, ma nel concreto si fa poco, o nulla. Se le persone non capiscono l'importanza di questi animali negli ecosistemi marini, noi addetti ai lavori, anche con i migliori strumenti al mondo, non potremo fare grossi passi in avanti.