Prosegue, senza sosta, la battaglia ambientalista di Papa Francesco. Il Pontefice ha incontrato, in Vaticano, circa 50 sindaci delle città di tutto il mondo, da New York a Palermo, passando da San Francisco fino ad arrivare a Milano, e li ha messi in guardia sulle loro responsabilità per quanto concerne il cambiamento climatico, i disastri ambientali e tutte le conseguenze che questi fenomeni stanno avendo sul pianeta e sull'esistenza umana. Il Santo Padre, nel corso di un grande incontro organizzato dalla Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali, non si è accontentato di arrivare alla firma di un impegno comune da parte di tutti i sindaci a contrastare lo stravolgimento del clima e i danni all'Ambiente, ma ha voluto lanciare un duro monito alle istituzioni, in vista della conferenza di Parigi del prossimo dicembre, affinché ci si impegni concretamente una volta per tutte per il bene del pianeta e dell'umanità.

Basta spese militari, investire per lo sviluppo sostenibile e abolire schiavitù

Papa Francesco, sulla scia della sua enciclica ambientalista "Laudato Sì", ha ricordato per l'ennesima volta come, il riscaldamento globale e l'inquinamento, siano strettamente connessi all'escalation del triste fenomeno della migrazione umana, dello sfruttamento dei poveri e della tratta di schiavi. Il Capo della Chiesa ha spronato i sindaci a mettere da parte le spese per il potenziamento degli strumenti militari e delle armi, destinando il denaro a degli investimenti mirati "per lo sviluppo sostenibile". Come già accaduto in passato, il Papa ha ricordato che l'uomo è il principale artefice della distruzione del pianeta e che, compito delle istituzioni, è quello di prenderne coscienza, recuperando e diffondendo quella "coscienza ecologica" di cui l'essere umano è stato dotato fin dalle prime apparizioni sul pianeta.

Come mai i sindaci sono così importanti per la salvaguardia dell'ambiente?

Inevitabile chiedersi come mai il Santo Padre non abbia guardato, stavolta, ai capi di Stato, ma si sia concentrato sull'impegno ambientalista dei sindaci dell'intero pianeta. Il pontefice ha spiegato che lo sviluppo di una coscienza ambientalista, e la lotta a qualsiasi forma di povertà e schiavitù deve partire dal basso, "dalle periferie verso il centro", in modo tale da diventare una coscienza globale dell'umanità.

Senza l'intervento dei sindaci in quei luoghi urbani e suburbani dove si moltiplica la povertà e nascono baraccopoli, nessuno, nemmeno le Nazioni Unite e i grandi Stati potranno risolvere una volta per tutte la questione legata all'ambiente e alle sue estreme conseguenze.