Maoltre atremare ed essere interessato da fenomeni eruttivi, il territorio italiano frana. Il Rapporto sulle frane in Italia redatto dall'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, aveva censito fino a tutto il 2007, qualcosa come 499.511 fenomeni franosi, 21.182 chilometri quadrati. Una superficie pari a circa il 7% della Penisola. Anche i numeri, più aggiornati, riportati dal programma “Italia sicura” redatto dal governo Renzi, sembrano catastrofici: il 24,9% del territorio italiano è a rischio frana, il 18,6% è a rischio alluvione.
Ma non sono niente se confrontati con quelli di Legambiente.
A giugno il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti aveva annunciato lo sblocco di risorse pari a dieci miliardi di euro per mettere in sicurezza il Paese, o meglio per intervenire sia sul fronte del dissesto che sulle bonifiche ambientali. Ma appena l'anno prima, da una stima proveniente dai Piani di Assetto Idrogeologico, la cifra occorrente risultava di 40 miliardi, quattro volte quella promessa dal governo Renzi.
Si diceva di Legambiente: i rapporti periodici sono davvero allarmanti. Si stimano 6.633 comuni situati in aree a rischio idrogeologico. Considerato che i comuni italiani sono 8.092, significa che ben l'81% si trovano in zone pericolose.
E le conseguenze, dicono dall'associazione ambientalista, sono un bilancio pesantissimo sia dal punto di vista economico che per le vite umane perse.
Dal governo garantiscono massimo impegno su questo fronte. Intanto gli ultimi eventi del cosentinoe anche quelli in Cadore, indicano che la strada da percorrere è lunga e l'unica modalità possibile è quella dell'urgenza. Non è più possibile procastinare. Ela stagione delle piogge è alle porte.