Centogiorni: in alcune grandi città italiane, Milano in testa, le polveri sottilisuperano per il triplodei giorni consentitii valori massimi consentiti (50 microgrammi per metro cubo). La cosa è resa ancora più seria se consideriamo che le centraline di rilevamento sono poste a quattro metri dal suolo: cosa sta succedendoa livello "passeggino"? Le azioni messe in campo dalle amministrazioni, tardive e, come da esperienze precedenti, del tutto inadeguate, stanno sortendo gli effetti attesi da chiunque abbia un minimo di competenza sull'argomento: nessun miglioramento.

Anzi.

Obblighi delle amministrazioni

Dopo soli sette giorni di emergenza le amministrazioni sono obbligate da normative condivise a intervenire su più fronti: per quanto riguarda il trasporto cittadino è fatto obbligo di incentivare opportunamente i servizi pubblici e ridurre la velocità degli autoveicoli a soli 20 km/h. Per quanto riguarda l'altra fonte importante di produzione di PM10, le caldaie per il riscaldamento, ridurre di due gradi i limiti di riscaldamento negli edifici pubblici e privati e porre un limite all'utilizzo di biomasse, ove presente fonti alternative. I provvedimenti messi in atto nei giorni 28, 29 e 30 dicembre, come detto, risultano tardivi e totalmente insufficienti.

Il vero danno i cittadini lo stanno pagando in termini di salute: con 84.000 decessi l'annoricollegabili all'inquinamento, l'Italia vanta un primato europeo davvero poco invidiabile.

Di nuovo, l'immobilità delle amministrazioni non può non essere censurata poiché nessun progetto a lungo termineè stato predisposto per puntare a una soluzione definitiva.

Ma sta preparandosi, se così si può definire, la beffa: voci della Commissione Europea sostengono che la Commissione stessa sia in procinto di ricorrere alla Corte di Giustizia comunitaria.

Lo scotto ci costerebbe un miliardo di euro quale maxi multa, oltre a sanzioni proporzionali al numero di giorni di esposizione eccedentila quota massima da parte dei cittadini alle polveri sottili.

Paghiamo per inquinare; per curarci; per saldare le multe.