Lo stato di salute dei mari è da svariati annioggetto di controversie in tutto il globo relativamente a pratiche di pesca indiscriminata e di scarico di rifiuti. Recentemente è stata diffusa una previsione, fatta dalla Ellen MacArthur Foundation, che va ad aggravare ulteriormente il quadro che dipinge lo stato di salute degli oceani. La fondazione, una delle più importanti ad occuparsi di sviluppo sostenibile, ha infatti dichiarato che, restando immutate le attuali pratiche, nel 2050 nei mari saranno più presenti le materie plastiche rispetto ai pesci.

La notizia è stata diffusa durante ilWorld Economic Forum.

L'inquinamento del mare

Secondo gli studiosi, la produzione di materie plastiche è destinata ad aumentare nei prossimi anni, così da creare un'enorme massa di rifiuti che, non potendo essere smaltiti, sono destinati a finire in mare. Si calcola che in pochi anni verranno riversate circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti derivanti dall'utilizzo indiscriminato della plastica. Le conseguenze saranno gravissime: le barriere coralline, già ora ampiamente minacciate, rischieranno di scomparire, causando così la morte di moltissime specie animali. Nel 2014, prosegue lo studio, la quantità di plastica presente in mare corrispondeva a circa269 mila tonnellate.

A parere della ricercatrice Julia Reisser, dunque, il problema è destinato a peggiorare negli anni. I settori che maggiormente fanno uso di plastica sono quelli del cibo e dell'abbigliamento. E' auspicabile che questo studio faccia squillare un campanello d'allarme e incentivi il riutilizzo delle materie plastiche per mezzo del riciclaggio.

Fare completamente a meno di questo materiale, onnipresente nelle nostrevite, sembra effettivamente un obiettivo irraggiungibile. Meglio dunque agire al termine del ciclo di distribuzione, pretendendoche ogni utilizzatore dia il proprio contributo per rendere effettive la raccolta differenziata e il riciclaggio dei rifiuti.Altrimenti, finiremo col navigare in un mare di plastica.