Erano le 12.37 del 10 luglio 1976, quandodai capannoni dello stabilimento Icmesa di Meda, che produce triclorofenolo, si alzò nel cielo una nube bianca, contenente due chilogrammi di diossina, una quantità enorme, per una sostanzapericolosa per l'uomo anche in concentrazioni misurate in nanogrammi. L'incidente fu dovuto al surriscaldamento di un reattore: la valvola di sicurezza dell'impianto entrò in funzione, per evitare l'esplosione dello stabilimento, e rilasciò nell'Ambiente circostante la nuvola bianca, carica di veleno, che i venti trasportarono verso le città vicine: Cesano Maderno, Desio, ma sopratutto Seveso,nome con cui sarà ricordato l'incidente, ed a cui sarà dedicata, negli anni seguenti, la "Direttiva Seveso", regolamentoeuropeoin materia di prevenzione dei grandi rischi industriali.

I danni della nube di Seveso

Quando la nube ricadde al suolo sulla città di Seveso, inizialmente la portata del disastro fu sottovalutata,a causa del silenzio dell'azienda, e di un mix di ignoranza ed impreparazione delle amministrazioni dell'epoca. In quei giorni, oltretutto, buona parte della popolazione era distratta dalle Olimpiadi di Montreal. La reale gravità dei fatti fu compresa alcuni giorni dopo, quando pecore e altri animali domestici iniziarono a morire, e sul volto e le braccia delle persone esposte, tra cui i bambini, si formarono eritemi o pustole, dovute al cloracne, provocato dalla diossina. L'ammissione, da parte dell'azienda, del rilascio di diossina nell'ambiente, arrivò solo il 19 luglio, novegiorni dopo il disastro, quando le diossine di tipo tcdd - le più letali - furono trovate nelle analisi effettuate dal laboratorio chimico provinciale di Milano.

L'evacuazione due settimane dopo

L'ordine di evacuare le zone più inquinate di Seveso, ma anche la distruzione dei raccolti e l'abbattimento degli animali da cortile, arrivò solo il 24 luglio, a distanza di due settimane dall'incidente. Il governo nei mesi successivi autorizzò l'interruzione di gravidanza per le donne della zona che ne facessero domanda, e la popolazione fu invitata a non cercare gravidanze nei successivi sei mesi.

A quell'epoca l'aborto era ancora illegale. La legge che lo consente, entrò in vigore nel 1978, due anni dopo.

L'incidente di Seveso è considerato dal "Time" l'ottavo più grave della storia. La vicenda dette impulso a tutte le nazioni europee per varare normative di sicurezza,la "direttiva Seveso", che prevede, tra le varie cose, il censimento delle aree a rischio, la predisposizione di interventi di sicurezza preventivi, e di un piano per affrontare eventuali emergenze.

Di seguito un video, che mediante storiche immagini e audio dell'epoca, e degli anni seguenti, ripercorre il disastro di Seveso.