Il 2016 è da considerarsi l'anno più caldo in assoluto sulla Terra da quando esistono rilevazioni di questo tipo, ovvero dal 1880. A dirlo è uno studio condotto dall'Agenzia spaziale americana (Nasa) con l'Agenzia federale Usa per le meteorologia (Noaa). In particolare il 2016 appena concluso ha fatto registrare un aumento della temperatura globale sia sulla terraferma che sulla superficie degli oceani di 0,94 gradi celsius rispetto alla media delle temperature nel ventesimo secolo.

Aumento della temperatura terrestre: ultimi dati

L'aumento della temperaura sulla superficie terrestre, rispetto alla media è stata di 1,43 gradi, mentre quella marina ha subito un incremento di 0,75 gradi.

A partire dal 2001 si sono registrati 16 dei 17 anni più caldi di sempre.

Nella conferenza sul clima di Parigi nel dicembre del 2015 il livello di 1,5 gradi è stato indicato quale soglia da non superare, ma stando agli ultimi dati, ci stiamo drammaticamente avvicinando al raggiungimento di questo limite.

Oltretutto i livelli di anidride carbonica non possono essere contenuti in tempi brevi e intanto il riscaldamento che avanza provoca anche un sempre maggiore scioglimento dei ghiacciai, determinando un cambiamento sull'equilibrio meteorologico.

Inoltre è interessante notare che il nuovo presidente americano Donald Trump ha più volte ritenuto il Cambiamento climatico una "invenzione" da parte dei cinesi per porre ostacoli alle attività industriali americane.

L'avvertimento della Nasa

Stando però all'allarme della Nasa se non si interviene a breve, rischiamo di arrivare più rapidamente di quanto possiamo supporre ad un punto di non ritorno, a un anno zero sul Pianeta che metterebbe a rischio anche la nostra civiltà.

D'altronde se tra il 2015 e il 2016 il peggioramento è stato in parte imputabile al fenomeno de El Nino, questi effetti si sono esauriti.

Previsioni poco ottimistiche, a meno che non vi sia una reale cambiamento di rotta, arrivano anche dallo studio effettuato dal GISS, ovvero Goddard Institute for Space Studies, secondo cui i dati raccolti lasciano propendere per un riscaldamento a lungo termine sempre che, come detto, non si intervenga con l'adozione di politiche di effettive di contrasto ai fattori inquinanti che determinano questo innalzamento delle temperature.