Il Cnr, con una serie di studi e di ricerche svolte direttamente sul campo, sta studiando una nuova cultiva (varietà) detta Favolosa -così denominata dal suo scopritore Giuseppe Fontanazza- che resiste al batterio della Xylella.

Una preziosa varietà di pianta

La scoperta di questa nuova varietà risale a una trentina di anni fa e la selezione Favolosa -brevettata dal Cnr- è stata ceduta con licenza esclusiva a soli tre vivai. In Umbria al vivaio dell'azienda agricola Faena, in Puglia al vivaio Oliveti d'Italia e in Sicilia al vivaio Russo. Saranno necessari diversi anni per portare a termine la sperimentazione, ma la strada imboccata sembra quella giusta.

In questa fase sono stati oltre 5 mila gli innesti, su un'area di 12 ettari in un uliveto del salento, eseguiti con questa nuova varietà che ha dimostrato un'elevata resistenza al batterio.

Se i risultati della sperimentazione saranno positivi e se Bruxelles darà il via libera sarà possibile il reimpianto -attualmente proibito- delle piante colpite dall'infezione. Gli agricoltori pugliesi al momento stanno innestando la varietà Leccino sulla chioma di ulivi di varietà Ogliarola. La Leccino si è dimostrata più resistente agli attacchi.

La Xylella lascia le piante 'a secco'

La xylella è una patologia che impedisce il passaggio dell'acqua - che porta le sostanze nutritive alla pianta attraverso i vasi - con la conseguenza di fare seccare, partendo dalla chioma dell'albero, tutta la pianta.

La Puglia è il territorio dove il batterio continua a svilupparsi, il microrganismo si propaga ad una velocità di circa 30 Km. all'anno. Nella regione ad oggi sono stati attaccati 2 milioni di ulivi ma altre 10 milioni di piante sono considerate a rischio su un totale di 60 milioni attualmente censite.

La provincia di Lecce è gravemente compromessa dall'infezione e, se la malattia continuerà a diffondersi in questo modo, nell'arco temporale di 7 anni tutto il territorio pugliese sarà colpito da questo flagello con conseguenze disastrose.

Al momento l'unica soluzione per cercare di rallentare l'avanzamento di questa terribile infezione è l'abbattimento tempestivo delle piante colpite, eseguito alla presenza degli ispettori fitosanitari regionali. Nel 2015 sono stati abbattuti ben 1.564 ulivi e attualmente nei primi quattro mesi del 2017 le piante espiantate sono state 80. Notevoli per il territorio i danni economici che dalla Coldiretti sono stati stimati in 1 miliardo di euro con la produzione calata del 27%.