Ancora una volta Papa Francesco chiede a gran voce a tutte le forze politiche di mettere al primo posto dell'agenda di Lavoro la creazione di posti di lavoro, soprattutto per i più giovani. E' stolto - sempre secondo le parole del Papa - fare lavorare gli anziani quando ci sono tantissimi giovani che un lavoro ancora non l'hanno trovato e che si trovano in una situazione di estrema precarietà. La riflessione critica del Papa mette in risalto come al primo posto debbano essere messe le questioni riguardanti il mondo del lavoro. Senza un lavoro in Italia, ad oggi, si trovano oltre 7 milioni di persone, soprattutto giovani.
Un paese che non crea ricambio generazionale anche nel mondo del lavoro è destinato a non avere un futuro. Infatti un giovane, senza avere delle entrate stabili, certe ed eque, dovute alla propria prestazione professionale e lavorativa, non può andare in banca a chiedere un mutuo, non può pensare di sposarsi ne tanto meno di avere figli.
I giovani di oggi sono destinati ad avere un tenore di vita che per la prima volta nella storia dell'era industriale dovrà essere inferiore a quello tenuto dai loro padri perché non avranno le risorse necessarie per cercare di migliorarlo. Anche il futuro del nostro welfare in questa situazione sarà decisamente messo in bilico con persone sempre più anziane e, di conseguenza, con spese destinate all'assistenza che saliranno vertiginosamente .
Anche il sistema pensionistico subirà prima o poi un collasso, semplicemente perché con sempre meno persone che lavorano e con quote sempre maggiori di persone che andranno in pensione non potrà reggersi in equilibrio. Sarà necessario mettersi urgentemente al lavoro per cercare soluzioni - a breve -, gli italiani sono stanchi di parole ora vogliono fatti concreti.
Una priorità per cercare di dare un nuovo impulso all'economia potrebbe essere quella di ridistribuire ricchezza, reddito ai cittadini e soprattutto equità salariale. Non è equo che un amministratore delegato di una nota azienda automobilistica guadagni ad esempio 13 milioni di euro all'anno (1 milione di euro al mese con la tredicesima mensilità) mentre un operaio della stessa azienda sia retribuito con 1.300-1400 euro al mese.
Non è equo che un noto conduttore televisivo abbia rinnovato il contratto per 2,2 milioni di euro a stagione. Ci sarebbero moltissimi altri esempi ma credo non sia necessario citarne altri. Quello che ognuno di noi chiede è : BASTA PRIVILEGI.