Magma in profondità nell’area del Sannio-Matese. L’importante scoperta è stata fatta dagli studiosi dell’Istitiuzione nazionale di geofisica e vulcanologia ed è la risultanza finale di un meticoloso lavoro di ricerca. Lo studio è stato portato avanti da un pool di professionisti composto da esperti dell’ingv e del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università di Perugia. Gli esperti hanno valutato la struttura e la sismicità delle catene montuose monitorando la risalita di gas e magmi. Dai rilievi è stato possibile determinare che i gas sono prevalentemente costituiti da anidride carbonica ed arrivano in superficie in maniera libera o disciolti negli acquiferi della zona interessata dalla ricerca.

Dallo studio è così emerso inequivocabile l’elevato rischio di terremoti di forte intensità nell’Appennino centrale per via della presenza di questa tipologia di magma.

La risalita del magma nella zona del Sannio-Matese

Il geofisico Francesca Di Luccio ha spiegato che i terremoti sono riconducibili all’attivazione di faglie e che nel caso specifico è stata individuata una sequenza sismica anomala nella zona del Sannio-Matese determinata dalla risalita del magma tra i quindici e i venticinque chilometri di profondità. Inoltre è stato rimarcato che la particolarità del fenomeno non è legata soltanto all’aspetto della profondità del sisma ma anche alla forma dell’onda che sarebbe simile a quella dei terremoti che si verificano in aree vulcaniche.

Il vulcanologo Guido Ventura ha aggiunto che dalla ricerca è emerso in maniera significativa come le intrusioni del magma possano determinare scosse di Terremoto di notevole intensità. Oltre ad evidenziare l’anomalia termica i ricercatori hanno escluso che il magma che ha attraversato l’area montuosa del Matese sia in grado di formare un vulcano.

Esclusa l'ipotesi di un nuovo vulcano

Il geochimico Giovanni Chiodini ha precisato che si potrebbe sviluppare una struttura vulcanica se il processo di accumulo dovesse continuare nel tempo. L'esito dell'articolata ricerca è stato pubblicato su Science Advances. Un passo in avanti di rilievo dopo i recenti fenomeni sismici che hanno sconvolto l'Italia centrale e le ripetute scosse che hanno interessato l'area del Sannio-Matese. Un nuovo fattore di rischio che sarà monitorato con ulteriore attenzione e che genera nuove preoccupazioni in considerazione dell'elevata possibilità di nuovi terremoti di magnitudo significativa.