Sulla scia degli animali alieni introdotti accidentalmente nella nostra penisola, figura anche la vespa velutina, un imenottero non più grande di un comune calabrone ma che fa parlare di sé già da diversi anni, meritandosi il titolo di "calabrone killer". La prima segnalazione in Europa di questa vespa risale al 2004 in Francia meridionale, ma la sua incredibile capacità di adattamento l'ha portata a diffondersi rapidamente negli Stati confinanti come Spagna, Portogallo, Svizzera francese, Belgio e, purtroppo, anche il nord Italia. Come avviene per le specie alloctone (animali e piante che vengono introdotti in areali diversi da quelli d'origine) la Vespa velutina non ha nemici naturali in Europa, rappresentando quindi un pericolo per l'ecosistema e per le api.

Un nuovo predatore per le nostre api

In natura l'ape da miele (Apis mellifera) svolge un importante ruolo da impollinatore primario, oltre che produttore indiscusso di miele, alimento apprezzato da secoli presso moltissimi popoli che ha portato l'ape ad una sorta di addomesticamento per facilitarne la produzione e la raccolta. I principali predatori delle nostrane api sono, da sempre, i calabroni e le comuni vespe, che tuttavia non rappresentano un fattore significativo di calo democratico dal momento che l'interazione tra queste specie è equilibrata. L'introduzione della Vespa velutina, però, sta seriamente minacciando le api, che si ritrovano di fronte un nemico prima d'ora mai affrontato. Questa vespa infatti ha dimostrato una certa aggressività e resistenza alle punture delle api che cercano di proteggere il nido dall'attacco.

Diversi apicoltori hanno segnalato negli ultimi anni un notevole incremento di questa pericolosa specie asiatica, che ha dimezzato anche del 50% la produzione di miele in moltissime regioni settentrionali, tanto che in Europa è partito un progetto denominato "Life Stop Vespa" volto, per l'appunto, a debellare questo nemico.

Attualmente non sono ancora noti metodi di lotta efficaci (sebbene vi siano in corso specifiche ricerche sugli ormoni sessuali) per eliminare definitivamente il calabrone killer, se non quello che prevede la ricerca a vista dei nidi con conseguente distruzione. Tra il 2016 ed il 2017 sono stati distrutti ben 906 nidi, un traguardo considerevole vista la giovane età del progetto in questione.

Pericolosità per l'uomo

La Vespa velutina non rappresenta di per sé un pericolo concreto per l'uomo; è in grado di pungere, come tutti gli imenotteri aculeati, ma il suo veleno è paragonabile a quello delle congeneri europee e risulta anche meno aggressiva se infastidita, tendendo alla fuga piuttosto che all'attacco. Tuttavia, le tossine presenti nel veleno possono scatenare importanti reazioni allergiche, che nei bambini o in soggetti già fisicamente provati risultano pericolose (anziani, soggetti malati, allergici, immunodepressi, ecc.). Prima d'ora in Italia il pericolo maggiore era rappresentato dalla Vespa crabro (calabrone) che lo scorso anno ha mietuto diverse vittime, tra cui un uomo di 42 anni deceduto a seguito di uno shock anafilattico.

Tuttavia non sono ancora noti in Europa casi di decessi dovuti alla puntura di Vespa velutina, ma la sanità è preoccupata per la presenza del nuovo imenottero sul territorio nazionale, esortando la popolazione a segnalare alle autorità la presenza dell'insetto in caso di avvistamenti sospetti.