Si è guadagnato il nome di "#calabrone killer" l'insetto che sta destando preoccupazione negli ultimi giorni nella regione Umbria, tanto da portare alla chiusura delle aree verdi del parco Ciaurro, nella città di Terni, per mettere al sicuro l'incolumità dei cittadini. Scientificamente parlando, siamo di fronte alla Vespa velutina, una particolare specie di imenottero che viene dal lontano Oriente, accidentalmente importata in Francia nei primi anni duemila ed ormai acclimatata e diffusa in diversi Paesi europei. In Italia, la sua presenza è stata accertata in Liguria ed in ristrette aree limitrofe, scrupolosamente monitorate dagli operatori del servizio "Stop Velutina", progetto volto a debellare questo invasore orientale.

Un pericoloso sciame

A quanto pare, il parco Ciaurro nel comune di Terni è stato chiuso dalla Polizia municipale per la presunta presenza del #calabrone killer, un calabrone che ha destato l'attenzione della direzione Manutenzioni e patrimonio del Comune che ha provveduto ad apporre i sigilli in mattinata. La segnalazione è giunta al comune grazie ad un passante, che avrebbe avvistato due sciami della Vespa velutina in prossimità di alcuni tronchi cavi posti all'interno dell'area verde. Le operazioni di disinfestazione si sono concluse nel pomeriggio intorno alle ore 16:30, quando il parco è stato reso di nuovo disponibile alla cittadinanza. Stando però alle parole dell'ecologista Marco Leva, è molto improbabile che si trattasse della Vespa velutina, in quanto la specie è solo all'inizio del suo ciclo vitale: in questo periodo è possibile incontrare colonie appena fondate con pochissime operaie attive ed una sola regina, ma dato che in Umbria non vi è alcuna traccia della specie, è verosimile che si trattasse di una comune Vespa crabro (nota con il nome volgare di calabrone), morfologicamente simile alla sua cugina orientale e che crea non poca confusione tra i profani.

Il calabrone killer risulta pericoloso principalmente per le api: è stato constatato, infatti, che questo feroce predatore, non avendo nemici naturali in Europa, è libero di attaccare le api da miele rischiando di arrecare gravi danni alle popolazioni europee, con conseguente calo demografico che può incidere negativamente sulla biodiversità autoctona.

Quanto al suo veleno, l'esperto precisa che non è più pericoloso di quello inoculato dalle comuni vespe italiane, risultando quindi letale solo in casi eccezionali (allergie o altre patologie immunodepressive che potrebbero innescare uno shock anafilattico).