Le polemiche stanno a zero, lo dicono gli scienziati. Il grido d'allarme lanciato da Greta Thunberg viene amplificato e trova conferma dalla comunità scientifica. In Italia, con una lettera aperta, gli scienziati accolgono il movimento che ha portato il 15 marzo gli studenti a scendere in piazza a manifestare per l'Ambiente.

E i giovani, attraverso una lettera di risposta, ringraziano del sostegno ricevuto dal mondo della scienza e indicano le loro prossime mosse.

Giovani vittime delle bufale

A smentire le accuse, le bufale del web, le calunnie, questa volta non sono i partiti di opposizione, gli ambientalisti o qualche movimento ecologico, bensì gli scienziati.

Sono infatti costoro a mettere al centro l'umanità. Sono gli uomini di scienza ad esprimere un giudizio morale, in una lettera aperta, dove dichiarano tutto il loro appoggio alle manifestazioni che il 15 marzo si sono tenute nelle piazze di tutto il mondo: "Così si spiegano gli attacchi contro di voi e le accuse ingiuste, come quella di avere sporcato una piazza che avete lasciato pulitissima o di essere pupazzi nelle mani di adulti che vi userebbero - sono accuse che servono, a chi le inventa, ad evitare di prendere coscienza della crisi climatica in cui ci troviamo".

Sì, perché mentre una bambina-ragazzina di 16 anni teneva la coscienza ben salda sulla realtà, il mondo degli adulti parlava di una giovane creata in laboratorio, strumentalizzata, di ragazzi e studenti che più che manifestare per l'ambiente stavano sporcando per l'ennesima volta le piazze delle varie città.

Ma la realtà è che le 235 piazze d'Italia e quelle dei 123 paesi di tutto il continente che sono state coinvolte, altro non mostravano se non una vera e propria emergenza. E questa volta i tanti giovani hanno trovato convergenza con la visione degli scienziati: "Cari studenti che state scioperando per il clima, noi scienziati e studiosi dei cambiamenti climatici e dell'ambiente vi offriamo tutto il nostro sostegno.

Ci unisce il desiderio di studiare la realtà, e una delle realtà che oggi purtroppo emerge è la difficoltà per gli esseri umani a rimettersi in discussione".

Scienza al voto

L'appello degli scienziati non si limita al solo giudizio: qualcosa si è mosso, infatti è stato creato appositamente un comitato, "La scienza al voto", attivo già dallo scorso anno.

L'obiettivo di quest'iniziativa, e il relativo invito agli studenti, è quello di convincere la nuova classe politica a fare del problema del riscaldamento globale il punto cardine, il pericolo più urgente da affrontare per le politiche future.

L'auspicio è dei migliori, ma dovrà combattere contro chi vuole distorcere la realtà. A nessuno fa piacere sentire che il pianeta diventa inospitale e che le risorse calano, per questo è facile che le persone distolgono l'attenzione da queste tematiche. A questo riguardo, però, l'opinione della comunità scientifica è chiara: "Possiamo affermare con certezza che se leggete di qualcuno che nega che i cambiamenti climatici dipendano dall'uomo, oppure che nega siano un grave pericolo, non sta parlando della realtà, ma della difficoltà ad accettarla".

Prima assemblea nazionale a Milano

Alla lettera aperta degli scienziati i giovani e gli studenti hanno risposto con entusiasmo, indicando oltretutto alcune date importanti: il 12 aprile a Milano si terrà la prima assemblea nazionale in cui si terrà una conferenza scientifica aperta al pubblico. Il 13 aprile, invece, l'attenzione sarà rivolta sull'assemblea stessa.

In queste occasioni - chiariscono gli studenti - non si sottolineerà la causa e l'obiettivo del #FridaysforFuture, bensì si cercherà di rendere perspicue, su un registro scientifico, le premesse su cui è necessario basarsi se si vuole preservare il pianeta dai pericoli legati alle cause ambientali. Per quanto riguarda la dimensione polemica, ancora una volta i giovani si dimostrano ben lucidi, determinati e saggi nell'esplicitare i loro principi e credenze: "Crediamo che i cambiamenti climatici riguardino tutti, anche i negazionisti; il negare la realtà infatti non li risparmierà dagli effetti di un pianeta che diventerà sempre più ostile alla vita, se non troviamo modo di tagliare le emissioni e contrastare l'aumento di temperatura".