Il cambiamento climatico, cioè il fenomeno più preoccupante del nostro secolo, sta influenzando le alluvioni in Europa, rendendole sempre più devastanti, soprattutto nel nord-ovest. Questo è quanto emerge da uno studio dell'Università di Vienna, pubblicato sulla rivista Nature, che ha coinvolto 35 gruppi di ricerca di 24 Paesi europei. Gli studiosi, per arrivare a questa sconvolgente scoperta, hanno confrontato i dati raccolti tra il 1960 e il 2010 e provenienti da 3738 stazioni di monitoraggio alluvionale in Europa.

Gunter Bloschl, il coordinatore dello studio, ha spiegato che nell'Europa centrale e nord-occidentale, tra Islanda e Alpi, le alluvioni sono in aumento a causa dell'incremento delle piogge e del suolo sempre più umido.

Nell'Europa meridionale, invece, sono in calo per via delle minori precipitazioni e per la maggiore evaporazione dell'acqua del suolo. Ancora, nelle aree mediterranee, a causa della presenza di piccoli fiumi che inondano le pianure, le alluvioni aumentano con temporali più frequenti e danni enormi, come la deforestazione. Il danno alluvionale annuale è stato stimato in oltre 100 miliardi di dollari ed è in continuo aumento; inoltre è stato verificato che l'entità con cui i cambiamenti climatici influiscono sulla gravità delle piene fluviali non è uguale in tutto il mondo. Nell'Europa orientale, infine, le alluvioni stanno diminuendo, perché stanno diminuendo le nevicate invernali.

A causa del cambiamento climatico si ha un'altra importante conseguenza: nell'arco temporale di un decennio le inondazioni, in Paesi come la Russia, sono diminuite del 23%, mentre in Paesi come la Scozia sono aumentate dell'11%.

Gli studiosi hanno sottolineato che, se si continuasse con questo ritmo, in un prossimo futuro molte regioni europee saranno a rischio alluvionale.

La situazione in Italia

Per quanto riguarda l'Italia, dallo studio emerge che, come negli altri Paesi del Mediterraneo, la quantità di alluvioni di dimensione medio-grande (ad eccezione dell’arco alpino) negli ultimi 50 si è ridotta.

Questo dato però non è stato accertato né per i corsi d'acqua di piccole dimensioni, né per i corsi d'acqua sui tratti urbani: in questi ultimi, essendo sensibili alle piogge intense di breve durata, il rischio alluvionale sembra un problema più complesso.

Alcuni effetti dei cambiamenti climatici sono già in atto

Da segnalare anche che, dai recenti controlli effettuati dagli esperti dell'Authority del Parco Marino della Grande Barriera Corallina, è emerso chiaramente come, negli ultimi cinque anni, lo stato di salute della Grande Barriera Corallina sia rapidamente peggiorato.

Le prospettive della più grande struttura vivente al mondo, nonché patrimonio mondiale Unesco, sono state declassate da cattive a pessime e la causa sembra essere ancora una volta il cambiamento climatico. Nel rapporto degli esperti si evidenzia come la Grande Barriera Corallina, situata nell'Australia nord-orientale, abbia subito un declino a seguito di due ondate di calore nel 2016 e 2017 che hanno causato perdita estesa di habitat e degrado, con impatto su pesci, tartarughe e uccelli marini.