Nel corso di queste ultime ore siamo venuti a conoscenza di nuovidettagliin riferimentoalla prova scritta che molti candidati hanno sostenuto in sede di esame a Bari, con l'obiettivo di conseguire l'abilitazione per laprofessione di avvocato. Sono tre le persone arrestate con l'accusa di avere architettato la truffadi cui stiamo per parlarvi. I carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno indirizzatogli accertamenti nei confronti di una funzionaria dell'Università degli studi di Bari, di un avvocato del foro di Bari e di un responsabile dell'Unità di controllo perADISU Puglia.

Attualmente, le persone citate si trovano ai domiciliari ma, secondo le notizie più recenti, gli indagati in tale contesto sarebbero circa 18 e tra essi figurerebbero anche aspiranti avvocati, membri della commissione interna ed avvocati veri e propri. Le accuse mosse nei loro confronti sono molteplici: nello specifico si parla di falso ideologico, corruzione, violazione dei segreti d'ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Irregolarità durante gli esami da avvocato a Bari

Non è la prima volta in cui le tracce, che dovrebbero restare segrete, vengono invece condivise con i partecipanti al suddetto esame di Stato. In questa circostanza, si è deciso di sfruttare gli strumenti messi a disposizionedalla tecnologia.

Entrando maggiormente nel dettaglio del caso, le forze dell'ordine hanno scoperto che gran parte dei contenuti relativi alla prova sono stati trasmessi (dietro compenso) ai candidati, utilizzando una tra le più note applicazioni di messaggistica istantanea, ossia WhatsApp. Durante lo svolgimento della prova stessa, tenutesi nel mese di dicembre 2014, i carabinieri avevano già maturato forti sospetti in relazione agli insoliti comportamenti tenuti da parte di alcuni membri della commissione e di funzionari dell'Università ai quali, successivamente,sono statisequestrati i telefoni, che hanno permesso agli inquirenti di individuareulteriori prove a conferma della truffa.