“Radunando in un solo appuntamento ufficiale le proposte più promettenti e le personalità più influenti dell’economia della rete, TechCrunch Italy vuole essere un punto di svolta per l’Italia delle startup, un’occasione unica di networking per creare e rafforzare un ecosistema di innovatori e imprenditori digitali, competitivi ai massimi livelli internazionali, e costruire un ponte verso finanziatori illuminati e mercati”: a parlare Luca Ascani, Presidente e co-fondatore di Populis, leader europeo nel campo dell’editoria digitale e organiser del prestigioso evento insieme a TechCrunch Europe.

Importantissima occasione per valutare lo status dell’imprenditoria digitale italiana, TechCrunch Italy vanterà la presenza di quarantatre tra le migliori start-up made in Italy del momento; un pubblico di esperti, innovatori e Venture Capitalist presenzierà al convegno con l’intento di valutare e selezionare i progetti migliori e maggiormente innovativi, quelli cioè capaci di stare al passo con il galoppante incedere dell’imprenditoria digitale mondiale.

Un centinaio circa le candidature inviate da tutta Italia e passate al vaglio da Mind The Bridge Foundation, società che si è occupata di valutare le proposte e di selezionare le migliori quarantatre; mentre dai forum specializzati emerge un certo malcontento circa l’esiguo numero di candidature inviate, gli addetti ai lavori ringraziano: “A quelle ritenute interessanti abbiamo richiesto informazioni strutturate sull’azienda e ci hanno risposto in una sessantina - ha riferito Alberto Onetti, chairman di Mtb - Dovevamo sceglierne 40, ma di certo non è stato facile scartare 60 aziende; alle fine ne abbiamo aggiunte altre tre perché era nostro obiettivo fornire una panoramica di quanto può offrire il nostro Paese.

E’ stato un lavoro duro, ma siamo soddisfatti”.

A rendere più completo il quadro le dichiarazioni di Amanda Lorenzani di Populis, stando alla quale “sono state tantissime le proposte ma non tutte sono state fatte oggetto di inserimento nella selezione; ci hanno scritto oltre 250 persone, ed è stato incredibile vedere quante startup sconosciute ci siano e quante al contempo siano quelle guidate da italiani all’estero”.

Piattaforme per ogni tipo di connessione ed esigenza, social game, app per moda e tempo libero: variegate e multiformi le start-up ammesse all’evento, segno indelebile questo di come l’innovazione, la competitività e le potenzialità tecnologiche del nostro paese siano solide ed anzi stiano attraversando un processo evolutivo di grande impatto.

La cosa rappresenta un grosso incentivo all’investimento per un paese, quello italiano, che ormai da anni importa tecnologia mancando clamorosamente nel potenziare le proprie eccellenze ed individualità.

Sviluppare un piano industriale organico e definito che sia realmente capace di accompagnare aziende e società di produzione nel proprio cammino evolutivo rappresenta ad oggi l’unica speranza per la tecnologia made in Italy. Appuntamento a Roma per il 27 settembre dunque: l’occasione è di quelle da non perdere.