Il mondo della musica italiana è stato scosso dalla notizia della scomparsa del “re del liscio”, il romagnolo Raoul Casadei di 83 anni. Il musicista, originario della provincia di Cesena, ha portato il filone musicale tipico dell'Emilia Romagna ad alti livelli e lo ha diffuso a livello mondiale.
Anche per lui la malattia Covid-19 è stata fatale: il 2 marzo è stato ricoverato presso l'ospedale Bufalini di Cesena, per una sospetta polmonite bilaterale e per una decina di giorni la sua salute è rimasta stabile. Ma il 13 marzo le sue condizioni sono peggiorate e lo hanno portato al decesso, come ha comunicato sua figlia Carolina alla stampa.
La carriera del 're del liscio'
La storia moderna del liscio è legata indissolubilmente a Casadei, nato a Gatteo il 15 agosto del 1937. In famiglia la musica è sempre stata di casa, perché suo zio Secondo Casadei nel 1928 aveva fondato l'Orchestra Casadei, la quale nel corso degli anni si è esibita all'interno dei locali e nelle balere della Romagna.
Raoul ha cominciato a suonare negli anni Sessanta imbracciando una chitarra, anche se il suo primo lavoro è stato quello di maestro elementare. Il musicista, in un'intervista alla vigilia del suo ottantesimo compleanno, ha raccontato l'evolversi del suo percorso musicale: “ho raccolto l'eredità di mio zio e all'inizio degli anni Settanta ho avuto un successo incredibile.
Da solo vendevo più dischi di tutti quelli che erano nella mia casa discografica”. Casadei è stato uno dei musicisti di punta della Produttori Associati, che aveva tra gli altri artisti sotto contratto anche il genovese Fabrizio De Andrè.
La sua canzone più famosa è 'Romagna mia'
Nella sua quarantennale carriera, cominciata nel 1960, ha fatto ballare centinaia di migliaia di coppie al suono della sua più celebre canzone, diventata un'icona nazionale, ossia “Romagna mia”.
In realtà ha conquistato la fama con un originale interpretazione della musica folk della regione. È stato considerato, come lui stesso si è autodefinito, l'antesignano degli anchorman dell'epoca moderna, intrattenendo non solo con il canto, ma anche con il racconto di storie e di aneddoti, il pubblico nei vari locali dove con la sua band si è esibito attraverso un linguaggio semplice e diretto.
Casadei ha lasciato il timone della sua orchestra nel 2000 nelle mani di suo figlio Mirko, il quale ha saputo coniare la tradizione paterna miscelandola con la taranta pugliese e lo ska. Tra i riconoscimenti più importanti ricevuti vi è il “Premio Romagnolo dell'Anno” del 2019. Tra le sue canzoni più celebri, oltre a “Romagna mia”, ci sono state “Ciao mare”, “Musica solare” e “Romagna capitale”.