Nel weekend calcistico appena trascorso è andato in scena l'ennesimoteatro dell'assurdo. A due anni di distanza da quel famoso Genoa – Siena, incui i giocatori della squadra ligure furono costretti a consegnare le maglieagli ultras dopo la pesante sconfitta casalinga, la scena si è ripetuta aSalerno con un obiettivo ben preciso: la morte del calcio.

Il tutto parte daldivieto imposto ai tifosi ospiti, se così possiamo definirli, della Nocerina dalprefetto di Salerno, di occupare il settore ospiti dello stadio ''Arechi'' diSalerno. Gli ultras hanno così minacciato a morte i calciatori che scesi incampo hanno dimenticato la loro reale professione cambiandola per quella diveri e propri attori.

Risultato: partita durata 20 minuti con tre cambieffettuati dall'allenatore nei primi 2 minuti ed infortuni simulati da parte di5 calciatori con squadra ospite lasciata in 6 uomini ed arbitro costretto, da regolamento, a sospendere l'incontro.

Questo è il calcio che non ci piace, il calcio ostaggio di soggettifacinorosi che ne rovinano i tratti essenziali: passione, aggregazione,entusiasmo.

Episodi come quelli capitati a Salerno decretano la morte diuno sport che attrae milioni di persone spinte dalla propria passione. Ilcalcio è un gioco e come tale deve essere gestito e trattato e non deve esserelasciato alla mercè di persone che non hanno nulla a che vedere con questosport ed il suo spirito di aggregazione.

La Nocerina rischia grosso alla luce dei fatti accaduti. Visono tutti gli estremi per un vero e proprio illecito sportivo che può portarela squadra ad una retrocessione. Come al solito, a pagare saranno anche queinon pochi tifosi della squadra campana, onesti e tranquilli e che non hannonulla a che vedere con i fatti accaduti.

E' veramente questo il calcio che vogliamo?