Avrebbe compiuto a breve 72 anni Eusébio daSilva Ferreira, la leggenda portoghese del calcio degli anni Sessanta, stroncatointorno alle 3:30 della notte da una insufficienza cardiaca.

Nato a Lourenço Marques (oggi Maputo) in Mozambico, il 25 gennaio del 1942, è considerato il più forte giocatore portoghese di tutti i tempi. Attaccantevelocissimo, apprezzato per la sua tecnica e per le sue doti atletiche, è statoinserito al 9° posto della classifica di IFFHS sui migliori calciatori del XXsecolo.

Eusebio e il Benfica, la squadra di una vita

A sedici anni sitrasferì a Lisbona per vestire la maglia del Benfica, squadra che lo ha lanciato ai vertici internazionali e incui ha militato praticamente per tutta la sua carriera (dal 1960 al 1975), adesclusione degli ultimi anni in cui si trasferì oltre oceano per indossarecasacche di varie squadre, negli Stati Uniti, in Messico, in Canada.

Ma la suaimmagine sarà sempre legata alla squadra lusitana, con cui ha vinto 11campionati diventando 7 volte capocannoniere portoghese, 5 coppe di Portogalloe una Coppa dei Campioni nel 1962,interrompendo peraltro il dominio del Real Madrid.  

La "Pantera nera", così viene ricordatodagli appassionati di calcio per la sua progressione morbida e felina, portòalla ribalta il calcio nazionale portoghese, quello della Generazione d'Oro,quello delle prime vittorie. Le sue migliori prestazioni internazionali furono quelle dei mondiali in Inghilterra del '66, quando con i suoi gol sembrava poter sostituire nell'Olimpo del Pallone la Perla nera Pelè, sconfitto con il suo Brasile per 3 a 1. Implacabile in area, conquistava tifosi e addetti perché sidivertiva a giocare e a segnare, lasciando ad altri le discussioni su tattichee posizioni.

Riconoscimenti e premi

Tra i suoi numerosi riconoscimenti, la vittoria del Palloned'oro nel 1965 (il primogiocatore di colore a vincere questo premio) e la conquista, per due volte, della Scarpa d'oro (nel 1968 e 1973). Uncampione nell'epoca dei campioni, quando i nomi che scendevano in campo erano i vari Pelè, Altafini,Suarez, Mazzola, Rivera, Beckenbauer, Charlton, Facchetti; quando il calcio erafatto dai singoli, dagli eroi, più che dal collettivo e dalle strategie. Ecco perché Eusebio sarà sempre unaindimenticabile leggenda.