Ieri sera a Zurigo, alla consegna del Pallone d'oro, un altro grande del calcio che fu è stato premiato con un pallone d'oro alla carriera. Si tratta del grande Pelè, detto "O' Rey" (nome coniato dal compianto Eusebio) che secondo la Fifa è il calciatore più grande che la storia di questo sport abbia partorito. Non si sono fatte attendere le polemiche dietro le quinte e non solo. Tra grandi consensi e numerosissimi dissensi, s'è subito riacceso il dibattito sulla rete con il solito interrogativo: Pelè o Maradona? Argentina o Brasile? Macchina da gol o Classe Sopraffina?

In tanti hanno esposto la propria idea, tra cui l'ex difensore dell'Inter Marco Materazzi che si dice contento e favorevole ad incoronare il brasiliano come il giocatore più forte di tutti tempi. Innumerevoli però sono i dissensi a favore del grandissimo campione Argentino. Ma quali sono le reali motivazioni che hanno spinto ad incoronare "O' Rey" al posto del "Pibe de Oro"? Per reali meriti sportivi o per "demeriti istituzionali"?

Sicuramente tutti gli amanti del calcio ricorderanno l'intervista fatta al presidente della Fifa Blatter, in cui si dichiarava "Pro Messi", indicando Cristiano Ronaldo come "Un grande campione che però non era il giusto esempio per i giovani d'oggi". Se si seguisse questa linea, quindi, verrebbe spontaneo pensare che non ci sarebbe mai gloria per il campione argentino che, fuori dal campo, non è mai stato uno stinco di santo a differenza del campione brasiliano che, oltre a questo, ha ricevuto anche altri meriti sportivi.

Sbilanciarsi su una risposta categorica è quasi impossibile. Due campioni totalmente opposti che però condividono un grande merito: quello di aver emozionato gli amanti del calcio di ogni epoca ed è a loro che lasciamo questo dilemma sportivo con la consapevolezza che difficilmente troveremo risposta.