Da Formello Reja incomincia una dialettica con i tifosi spronandoli a venire allo stadio perché la squadra a detta del tecnico friulano ha bisogno di loro, e spera che questo scontro possa terminare per dare spazio all'incontro. Poco prima dai microfoni di Radio Sei nella trasmissione "La voce della Nord" gli esponenti della curva hanno espresso la loro decisione di disertare lo stadio per protestare contro la società che impedisce a nuovi compratori di avvicinarsi e per dire no ad un presidente privo di spirito costruttivo.
L'assenza della Nord dallo stadio, il quale garantirà una sorveglianza della curva affinchè non ci siano infiltrati, è decisa e convinta, ma il tecnico goriziano, più volte sollecitato dai giornalisti, è entrato nel merito auspicando un riavvicinamento a dir poco futuristico e privo di basi realistiche.
Ma perché ciò? Perché tutto questo astio? In primo luogo un presidente, Lotito, non ha mai basato un progetto di sviluppo di un marchio quotato in borsa, di un marchio che solo per la sua apparizione televisiva guadagna senza colpo ferire 109 mln di euro l'anno di diritti e che per giunta da anni non ha uno sponsor.
Se a queste ragioni aggiungessimo anche quelle di carattere affettivo, ovvero la mancanza di vicinanza con la parte più calda del pubblico o quella di "aver abbandonato i tifosi a Varsavia" e di aver ceduto Hernanes comprando uno scarto del Chelsea e prendendo un giocatore rotto, se tutte queste non bastano si potrebbe andare ancora indietro nel tempo alla decisione di prendere la Salernitana, dove ben presto si è fatto odiare anche lì. Se tutto questo basta per spiegare ciò si dovrebbe tacere prima di parlare perché tutti gli amanti del calcio vorrebbero come Colantuono, che domani affronterà la Lazio con la sua Atalanta, giocare in stadi pieni, ma se c'è il malcontento questo non sarà mai sottaciuto, perché la protesta è la manifestazione di un sentimento di affetto immenso che tutti devono rispettare e a cui tutti devono riflettere.