Ed eccoci giunti alla partenza dei Mondiali calcistici brasiliani. Il Paese ospitante è un amante scatenato di questo sport ed è logico considerare la formazione verdeoro del ct Felipe Scolari la favorita d'obbligo per la vittoria finale. Non mancheranno certamente avversarie di alta fattura a contenderle il titolo, in primis la Spagna, perchè ha un'altissimo potenziale tecnico, è la detentrice del trofeo ed è l'unica nazione europea ad aver vinto al di fuori del vecchio continente, nel 2010 in Sudafrica.

Come non citare la Germania, squadra sempre in prima linea a livello di risultati.

Risultava ostica quando il suo gioco non era propriamente brillante, figuriamoci ora che con il tecnico Joachim Low esprime un calcio divertente e prolifico. Inoltre si sa che la mentalità teutonica porta sempre a non mollare e a non darsi mai per vinti. Una citazione va fatta anche per quanto riguarda l'Olanda. Gli Orange, patria da sempre del calcio totale, non è solo un bel vedere per gli esteti del calcio, ma presentano individualità importanti, in grado di fare la differenza, come ad esempio Robben e Van Persie.

Italia e Argentina? Possono certamente dire la loro per la vittoria finale e per un piazzamento nelle prime 4, la variabile è dovuta al rendimento dei rispettivi collettivi: ai massimi regimi non sono inferiori a quelli sopra citati, se hanno dei cali la qualità del gioco espresso ne risente notevolmente.

Inoltre se Messi sarà al top contribuirà notevolmente ai successi dei sudamericani, altrimenti la sua presenza rischia di essere impalpabile.

Possibili sorprese possono essere la Colombia, il Belgio e l'Inghilterra. Curiosità anche per quanto riguarda gli Stati Uniti, alle direttive di un ottimo tecnico quale Jurgen Klinsmann. Mine vaganti le squadre africane e il Giappone, che sia finalmente il Mondiale con una vincitrice extraeuropea e sudamericana?