Una sconfitta che ha fatto storia, finendo nell'archivio delle maggiori figuracce dell'Italia, quella con Costa Rica, ma una sconfitta che alcuni azzurri non riescono ad accettare, attribuendone le colpe alla decisione di far giocare la Nazionale italiana in due partite su tre alle ore 13, a differenza di quel che accade con le altre squadre che partecipano al Mondiale.

Su tutti, è l'italo - brasiliano Thiago Motta a lanciare l'accusa senza mezzi termini. Il centrocampista azzurro, autore di una prova opaca contro Costa Rica, ritiene "strano" che l'Italia sia l'unica squadra a dover giocare in due occasioni alle ore 13 brasiliane: prima con i costaricani, poi contro l'Uruguay, nel match da dentro o fuori. Quando gli parlano di sorpresa, in merito alla vittoria dei "ticos" sugli azzurri, Motta si schernisce: "Ma quale sorpresa. La verità è che la Costa Rica è abituata a giocare con questo caldo". A riprova della veridicità delle sue affermazioni, il centrocampista del Psg fa riferimento alla sfida vinta con l'Inghilterra quando, essendo entrambe squadre europee, si è giocato alla pari con le stesse difficoltà di pressare in condizioni climatiche proibitive: "invece i costaricensi erano sempre lì".

Anche Marchisio, smentendo il C.t. Prandelli, considera il caldo il motivo principale della debacle italiana con Costa Rica: "Prandelli dice che il caldo non è un alibi? Non sarà un alibi, ma incide parecchio". Quando passa ad analizzare il match, il centrocampista della Juve, in maniera meno polemica rispetto a Thiago Motta, ricorda come l'orario della partita abbia inciso sul ritmo della squadra, aiutando i costaricani, maggiormente abituati a scendere in campo con un clima simile a quello brasiliano. Martedì, a Natal, ci sarà l'Uruguay: squadra tecnicamente più forte della Costa Rica e anch'essa sudamericana. Si gioca di nuovo alle 13 ora locale, dunque, stando ai ragionamenti di Thiago Motta e Marchisio, per l'Italia sarà un'altra figuraccia mondiale.