Che fosse uno spirito libero, propenso alla celia quanto alle sgroppate sulle fascia, era cosa nota ai più. Però Maicon, terzino della Roma e della nazionale brasiliana, stavolta l'ha combinata veramente troppo grossa. Un grossolano scherzo ai danni di un suo compagno di selezione è costato al giocatore l'espulsione dal ritiro della sua nazionale, alla quale probabilmente dovrà dire addio. Per sempre.

L'esclusione Con un comunicato laconico, Gilmar Rinaldi, coordinatore tecnico della Seleçao, stamattina ha dato il benservito al giocatore della Roma, ringraziandolo per quanto fatto in passato per i colori verdeoro, ma anche cacciandolo dal ritiro della nazionale, impegnata dopodomani in un'amichevole con l'Ecuador, e comunicando che non vestirà più la casacca dei cinque volte campioni del mondo.

Problemi disciplinari Stando alle prime indiscrezioni, Maicon sarebbe stato cacciato per motivi disciplinari. Il terzino della Roma sarebbe tornato alle sette del mattino in ritiro, completamente ubriaco. Da sempre amante della birra, si ricorda il patto tra il giocatore e Mourinho ai tempi dell'Inter del Triplete: niente alcool fino alla conquista della Champions.

L'ipotesi dello scherzo In realtà, stando al quotidiano brasiliano Olè do Brasil, Maicon non avrebbe mai abbandonato il ritiro carioca, ma si sarebbe sbronzato in albergo insieme ad alcuni suoi compagni di squadra, tra i quali Elias, centrocampista del Corinthians. Maicon, dopo che Elias era andato a coricarsi totalmente sbronzo, avrebbe cosparso di pepe il sedere del mediano brasiliano, svegliatosi con fortissimi dolori nella zona anale.

Maicon avrebbe comunicato a Elias che i dolori erano causati da rapporti sessuali che il giocatore avrebbe avuto, da ubriaco, con alcuni uomini incontrati in albergo.

Nel pallone Ovviamente Elias, molto dolorante alla zona perianale, sarebbe andato nel pallone, credendo al racconto del terzino della Roma. Una volta smascherato lo scherzo, dopo un controllo eseguito dallo staff medico della nazionale carioca, Maicon ha dovuto confessare e lasciare il ritiro del Brasile, dicendo per sempre addio alla casacca verdeoro.