La Polonia abbatte il muro di Berlino, per dirla in termini storici. Mai fino a ieri la squadra polacca era riuscita nell'impresa di battere la Germania in una partita di calcio ufficiale, poiché nei diciotto incontri precedenti si erano registrati dodici successi tedeschi e sei pareggi. Che la squadra di Lowe non stesse attraversando un momento felice era risaputo ma mai nessuno avrebbe potuto pronosticare il successo polacco: troppo il divario tecnico, troppa la differenza di caratura dei giocatori e troppi i precedenti a favore degli alemanni, basti pensare che negli ultimi sei scontri diretti la Polonia aveva segnato solo un goal incassandone ben quindici.

E invece Golia ha vinto contro il Gigante, l'impensabile è avvenuto. La Polonia esce definitivamente dal suo stato di minorità calcistica nei confronti della potente vicina, uscendo dal numero zero alla voce "vittorie" negli scontri diretti. Due reti a zero il verdetto finale e Lowe che è già sotto processo per via di un record perso che era quasi sacro. Sul tabellino dei marcatori finiscono Arkadiusz Milik, attualmente in forza all'Ajax, che a ripresa da poco avviata trafigge Neuer con un colpo di testa che anticipa il portiere e Sebastian Mila, veterano della nazionale, militante in una squadra del campionato polacco, che con un piatto sinistro fa due a zero.

Forse a consolare la Germania potrebbe esserci l'altro grande risultato anomalo di queste qualificazioni che porteranno in Francia tra due anni, quello tra Slovacchia e Spagna, incontro terminato per due a uno in favore della nazionale di Hamsik.

Anche se, a dirla tutta, la disfatta degli iberici è sgusciata via senza dar troppo nell'occhio perché in Brasile avevano già mostrato carenze nel reparto difensivo e quindi, perché no, perdere fuori casa in Slovacchia poteva anche starci. In realtà, per la Germania, non è il caso di complicare troppo le cose, visto che si qualificano le prime due di ogni girone e le migliori terze e sicuramente la squadra è in grado di vincere dentro e furori le proprie mura con squadre come Scozia e Irlanda. Diverso il discorso per il record storico con la Polonia. Quello non può più restituirglielo nessuno. Ed è forse questo che brucia più di tutto.