Il 19 Maggio del 2010 Kostas Manolas militava nell'AEK Atene, club rivale storico della sorella Olimpiakos. Dopo uno scontro fortuito con un avversario, il greco, si fratturò lo zigomo. Nonostante il colpo subito e la vistosa spaccatura, Manolas insistette per rimanere in campo. In quella partita segnò anche una rete. Dopo il tributo alla fede calcistica, il giorno seguente, si sottopose ad un intervento chirurgico. Il risultato finale fu l'impianto di alcune placche metalliche. L'eroe dei due mondi si era reso artefice del proprio destino. Un crociato che fino alla fine lotta per la propria causa.
Questo episodio unito poi alle prestazione con l'Olimpiakos gli valsero la fama tra le principali corti europee pronte ad accasarlo. Con l'Olimpiacos, Manolas raccolse infatti diverse prestazioni esaltanti, un concentrato puro di agonismo e tracotante foga. In Champions League il ragazzo di Nasso, isola in cui i Traci vi portarono il culto del dio Dionisio, cosi si narra, si mise in mostra andando a segno, per esempio, contro il PSG di Ibrahimovic. In difesa, suo punto di forza, è ineccepibile. Oggi nella Roma, Manolas è un elemento importante.