Sonopassati sei mesi da quando il condottiero Antonio Conte ha lasciato l’incaricodi allenatore della Juventus, e dal quel momento, un po’ di cose non sonole stesse. Alla giuda della Vecchia Signora ha preso il suo posto Max Allegri,per volere della dirigenza, e contro quello dei tifosi che non vedevano dibuon occhio l’ex milanista, rivale nel primo campionato vinto da Conte.

Adesso, a questo punto della stagione, fare i paragoni tra i due allenatori è inevitabile. Mancanotre giornate al giro di boa del campionato ed è già tempo di fare alcunibilanci.

LaJuventus di Conte nota a tutti per i giocatori famelici in campo, organizzaticon schemi ben precisi nel gioco, e stimolati sempre dall'allenatore a dare ilmassimo. Quella Juve a questo punto del campionato ossia alla quindicesimagiornata era prima della classe con 40 punti, a più tre dalla sorprendente Romadi Garcia. L’unicapecca di quella squadra era stata la beffa di Istanbul che mandava in fumo isogni europei della Juventus, costretta poi a proseguire in Europa League, lacompetizione di consolazione .

MassimilianoAllegri, appena arrivato alla Juventus ha dovuto prendere in mano un gruppo chesapeva già vincere, ma col compito sempre difficile, di sapere mantenerel’andamento vincente al quale i tifosi erano stati abituati.

Allora in primoperiodo adotta lo stesso modulo, lo stesso stile, la stessa organizzazione di gioco di Conte, per non stravolgere gli equilibridella squadra, fino a quando decise di dare la sua impronta alla squadra apartire dalla gara di ritorno contro l’Olimpiakos. Da quel momento in poi,tranne qualche rara eccezione adotta il 4-3-3, con l’utilizzo di un trequartistaalle spalle dei due attaccanti.

LaJuve di adesso, alla luce del pareggio odierno contro la Sampdoria, mantienela testa della classifica ma con 36 punti e ad una sola distanza dalla Roma. Rispetto ad un anno fa mancano allora ben quattro punti, ma c’è daconsiderare che quest’anno la qualificazione agli ottavi di Champions League èstata raggiunta, mentre Conte si era visto sfuggire l’obiettivo , per mano diSneijder e di quel gol beffardo.

Tirandole somme, si può senza dubbio affermare che fanno la differenza,f ino a questomomento, fra i due allenatori, i quattro punti conquistati in campionato in piùdi Conte, a fronte della qualificazione agli ottavi di Champions di Allegri.

Oggettivamenteparlando, i quaranta punti su quarantacinque dell'anno precedente sono stati importanti perla volata allo scudetto ed una sostanziosa base per il record di punti (102, record assoluto in Italia), madi questi tempi, il passaggio del turno in Champions rappresenta un obiettivoessenziale per le squadre che vogliono imporsi sul palcoscenico internazionale,anche perché legato a forti introiti economici. Per tali motivi, se si dovessefare un resoconto fra i risultati dei due allenatori, l’ago della bilanciapenderebbe leggermente più verso Allegri per il merito di avere centratol’obiettivo europeo e per il fatto che comunque la squadra è in testa allaclassifica. Staremo a vedere se al termine della stagione, la Juventus diquest’anno saprà farà meglio degli altri anni, confermandosi in Italia esuperando gli ardui ostacoli della Champions League.