Man mano che le indagini vanno avanti, vengono resi pubblici i dettagli dell'arresto del presidente del Parma, Giampietro Manenti. Nella conferenza stampa indetta dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, sono emerse verità sconcertanti, come l'uso di capitali illeciti da parte dell'imprenditore lombardo con aggravante mafiosa.
Il contenuto della conferenza stampa
Alle 11.15 di mercoledì 18 marzo 2015, presso la sede del Nucleo della Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, il procuratori Michele Prestipino e Nello Rossi hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare l'operazione che ha portato all'arresto di Giampietro Manenti e altre persone.
L'indagine, nonostante la sua complessità, è durata tre mesi, e mercoledì 18 marzo 2015 è stato possibile eseguire 22 custodie cautelari, di cui 21 in carcere e una ai domiciliari. Nell'operazione sono stati utilizzati 200 militari della Guardia di Finanza, poiché oltre agli arresti, sono state eseguite 65 perquisizioni tra Parma, Milano, Torino e altre città d'Italia. La procedura è stata velocizzata dal Gip, perché è stato possibile riscontrare condotte aggravate dal metodo mafioso.
Il sistema di riciclaggio veniva portato a termine da due gruppi: uno era costituito da diversi hacker che accedevano sulle piattaforme bancarie e trasferivano somme di denaro che venivano acquisite da un secondo gruppo, con lo scopo di rimettere in circolazione il denaro e renderlo disponibile ai consociati.
La Guardia di Finanza ha suddiviso l'attività in tre fasi: la prima fase riguardava gli hacker che accedevano ai server degli istituti di credito e prelevavano il denaro utilizzando carte di credito clonate, carte bianche munite di una semplice banda magnetica, ma con all'interno codici clonati da carte di credito reali.
La seconda fase, permetteva di scaricare questi fondi attraverso donazioni anonime verso alcune fondazioni.
Queste operazioni si concretizzavano in diversi modi: attraverso il POS o utilizzando il sito della fondazione facendo la donazione online, dopo essere entrati nell'area muniti di username e password, altrimenti entrando nel portale Oculus, dove nel momento della donazione, i soldi finivano direttamente su un conto corrente.
La terza fase riguardava il possesso del denaro e la disponibilità di renderlo utilizzabile. Manenti era il beneficiario delle somme trasferite dagli hacker. Difatti l'accusa nei suoi confronti è di concorso in reimpiego di capitali illeciti. Attraverso le intercettazioni, si è venuto a conoscenza che a Manenti sarebbero stati messi a disposizione 4,5 milioni di euro per acquistare il Parma ed evitare il fallimento della società calcistica, ma in corso d'opera si sono verificati degli inconvenienti, che hanno fatto ritardare l'arrivo del capitale nelle mani del presidente giallo-blu, poi l'intervento della Guardia di Finanza ha chiuso il cerchio.
Quale sarà il futuro del Parma calcio?
Giampietro Manenti ora è rinchiuso nel carcere di San Vittore, in attesa di essere interrogato nei prossimi giorni dagli inquirenti.
Per quanto riguarda il Parma Calcio, l'unica soluzione è nominare un curatore fallimentare, ma la procedura non è semplice, e non c'è tempo. Dopo l'arresto di Manenti alla vigilia dell'udienza pre-fallimentare del Parma calcio è doveroso chiedersi quale sarà il destino della società. Alessandro Proto sembra interessato a rilevare il Parma, visto gli ultimi avvenimenti, c'è da fidarsi?