La notizia del nuovo scandalo del calcio, quello sui diritti tv, è di ieri, ma solo oggi si comincia ad entrare nel merito, forse perché gli italiani calciofili sono stati distratti dal nuovo dramma delle scommesse che stavolta ha toccato la Lega Pro. Ma lo scandalo dei diritti tv, su cui sta indagando in queste ore l'Antitrust, potrebbe anche essere peggiore perché avrebbe fatto perdere al calcio italiano la bellezza di circa 150 milioni di euro. Ma andiamo ad analizzare la vicenda dall'inizio.

Uno scandalo iniziato la scorsa estate

Da dove nasce l'inchiesta?

Ci sono essenzialmente due elementi che hanno spinto gli inquirenti ad avviare le indagini: la denuncia di Eurosport che aveva parlato di violazione delle regole e la famosa telefonata di Lotito al presidente dell'Ischia Isolaverde Iodice nella quale diceva che se squadre come Carpi, Frosinone e Latina fossero salite in Serie A sarebbe stato un dramma perché i diritti tv non se li sarebbe comprati più nessuno. Ecco ciò che è emerso dalle indagini.

Concorrenza del mercato falsata

Tutto, dicevamo, è iniziato la scorsa estate quando i due colossi televisivi, Sky e Mediaset, stavano "battagliando" per spartirsi i diritti a trasmettere le partite di Serie A, Serie B e coppe europee per il triennio 2015/2018.

Senza entrare troppo nei tecnicismi che complicherebbero molto il discorso, possiamo riassumere la situazione di stallo in questo modo: Sky si era assicurata, in seguito alla prima asta, i diritti a trasmettere le partite delle prime 8 squadre del campionato italiano, esclusa la Roma, mentre Mediaset poteva trasmettere le altre 12 squadre.

In questo modo però Mediaset non avrebbe potuto trasmettere le coppe europee. Allora l'azienda del Biscione avrebbe intrapreso alcune azioni legali per ribaltare la situazione a proprio vantaggio e Sky, in tutta risposta, diffidò il presidente Beretta dall'accettare questa contromossa della concorrenza.

Finita qui? Niente affatto perché Mediaset rispose con una denuncia contro Sky per turbativa d'asta.

Insomma, il campionato stava per cominciare e l'accordo ancora non era stato trovato. Si rischiava perciò di far cominciare la stagione senza che nessuno potesse trasmettere le partite. A questo punto, secondo i sospetti degli inquirenti, entrò nella questione Infront, una società controllata dalla multinazionale cinese Wanda Group gestita, di fatto, dal duo Lotito-Galliani. Infront (che per questo da ieri ha ricevuto la visita della Guardia di Finanza) avrebbe mediato tra le due società per evitare ulteriori azioni legali e far trovare l'accordo che poi effettivamente è stato trovato.

Alla fine Sky e Mediaset si accordano per spartirsi le partite come è stato effettivamente fatto, per un esborso totale di 945 milioni di euro.

Secondo le stime dell'Antitrust però, non solo in questo modo si è turbata un'asta e il libero mercato (trovando l'accordo non è stato dato modo a società come Eurosport di entrare nella trattativa), ma le due società hanno trovato anche il modo di spendere di meno. Secondo i loro calcoli infatti nelle casse della Lega Calcio, e di conseguenza in quelle dei club italiani, sarebbero dovuti entrare 1,1 miliardi di euro, 150 milioni in più di quanto è stato effettivamente versato. Se poi il calcio italiano è meno ricco per esempio di quello inglese, ma anche di altre nazioni, forse è anche per illeciti simili.