Antonio Conte, Unai Emery, Vincenzo Montella, Maurizio Sarri, Sinisa Mihajlovic. Tutti ottimi allenatori, taluni assolutamente vincenti. Ma si tratta di tutte alternative, e di nessuna prima scelta. Già, perché il vero obiettivo per la panchina del Milan nella stagione 2015-2016 si chiama Carlo Ancelotti. Nella testa del Presidente rossonero Silvio Berlusconi e dell'amministratore delegato all'area sportiva, Adriano Galliani, c'è infatti sempre stata l'idea di riportare a casa il tecnico delle ultime due Champions League (2003 e 2007), il quale, nonostante il suo vittorioso peregrinare tra Chelsea, PSG e Real Madrid ha sempre mantenuto una sottile linea rossa con l'Italia e con il Milan.
Ora più che mai, un suo ritorno a Milanello è assolutamente possibile. Ancelotti ha difatti rotto con il Real Madrid: non è bastato essere entrato nella storia dei 'Blancos' grazie alla conquista della Décima Champions League la stagione passata, vinta in una combattuta finale contro i cugini dell'Atletico Madrid per guadagnarsi un minimo di tranquillità sulla panchina madrilena; sulla sua valutazione complessiva dell'esperienza al Real Madrid stanno pesando, e non poco, il secondo posto dietro al Barcellona dopo un inizio di campionato dominato, e la cocente eliminazione in semifinale di Champions contro la Juventus.
Tanto che Florentino Perez ha già deciso: il 30 giugno sarà divorzio da Carlo Ancelotti.
In questa separazione, ha deciso di infilarsi il Milan, che ha già studiato il piano per ottenere il nuovo sì del tecnico di Reggiolo ad allenare i rossoneri, pronti ad una rivoluzione totale dopo i disastri dell'era Filippo Inzaghi. L'ostacolo più grande all'operazione è rappresentato dall'elevato ingaggio di Ancelotti con le Merengues: nell'estate 2013, al suo arrivo a Madrid, Carlo Ancelotti sottoscrisse un contratto triennale da 7,5 milioni netti più bonus.
Cifra decisamente fuori dalla portata delle casse rossonere, che, a libro paga, vedono ancora Clarence Seedorf (2,5 milioni netti fino al 30 giugno 2016) e vedranno, forse Filippo Inzaghi (2 milioni netti anch'egli fino al 30 giugno 2016).
In caso, però, di rescissione contrattuale consensuale con Inzaghi, e di contestuale esonero di Carlo Ancelotti da parte del Real, l'operazione diventerebbe sin da subito fattibile: il Milan infatti risparmierebbe 4 milioni lordi, ed Ancelotti allontanato contro la sua volontà percepirebbe una buonuscita dalla Casablanca di circa 6 milioni di euro.
A quel punto, il Milan offrirebbe ad Ancelotti un contratto pluriennale da 3 milioni netti l'anno, più bonus, per convincere l'allenatore emiliano a tentare una nuova sfida rossonera. Il "mercato importante" promesso da Adriano Galliani sembra andare proprio in questo senso.