Era nell'aria da ieri sera, quando l'Uefa attraverso il proprio sito aveva inserito la Sampdoria fra le squadre iscritte all'Europa League 2015/2016. Questo, nonostante oggi fosse previsto il dibattimento dinanzi all'apposita commissione a Nyon nel quale è stato concesso il nulla osta. Per convincere i commissari, oltre alla corposa linea difensiva e ai richiami al caso Torino, probabilmente ha pesato anche la posizione della Figc che dal primo momento si è schierata al fianco della Sampdoria in una vicenda che (forse) rischiava di travolgerla.

Come escludere, infatti, che dietro l'atteggiamento indulgente tenuto sia dalla Federcalcio che dai suoi organi più o meno ufficiali (Gazzetta su tutti) non vi fosse l'intenzione di insabbiare il caso Guberti che, altrimenti, avrebbe potuto tirare in ballo altri protagonisti?

In primis la stessa Figc che, nel concedere da subito la licenza Uefa alla Samp, ha omesso di inviare la documentazione che l'Uefa ha richiesto successivamente e solo dopo che la vicenda è stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica.

Un'opinione pubblica a sua volta confusa e spesso non dotata di memoria storica al punto che è semplice, per chi fa informazione in una certa maniera, indirizzare l'idem sentire verso una verità. Che non è necessariamente quella dei fatti, però, dal momento che si intende "vendere" il caso Guberti come un caso legato al calcioscommesse e non come un episodio singolo di combine, casualmente l'unica gara vinta dalla Samp 2010/11 in tutta la seconda parte di una stagione culminata con la retrocessione in B.

Caso, dunque, non di calcioscommesse anche perché le quote sul "2" erano talmente basse che non destarono alcun flusso anomalo di puntate. E neppure trattasi di caso di omessa denuncia (come per Toro, Napoli e Lazio) ma legato ai destini di una sola squadra (la Sampdoria) con tanto di soldi (450 mila euro) che Stefano Guberti era pronto a consegnare ai "sodali" baresi.

Sulla natura di quel denaro si è fatta passare la tesi che Guberti, in prestito dalla Roma e che sarebbe andato via a fine stagione, abbia fatto tutto da solo.

Questo nonostante il "famoso" quanto censurato video apparso a suo tempo su YouTube, con protagonista Angelo Palombo nell'atto di rassicurare tifosi inferociti circa il fatto che a Bari fosse "tutto a posto".

La rimozione del video fu una delle prime risultanze dell'eccellente lavoro svolto dal "risk manager" assunto dalla Samp nei giorni caldi del caso Guberti, con "happy ending" mediante patteggiamento e penalizzazione minima in classifica. Il patteggiamento evitò ogni coinvolgimento della società e qualunque indagine sportiva che avrebbe potuto dire di più sulla reale provenienza dei 450 mila euro, tirati fuori da Guberti (che rischia di finire in carcere) o frutto di una colletta nello spogliatoio, con conseguenti interrogativi circa la reale consapevolezza della dirigenza circa ciò che stava accadendo.

Tutte informazioni non avremo forse mai nella loro completezza ma che la Federcalcio non ha inviato (neanche quelle già certificate) a suo tempo all'Uefa, con il risultato che anche la stessa Figc ha avuto tutto l'interesse possibile nell'appoggiare la Samp per evitare l'ennesima figuraccia con conseguenti approfondimenti che, con ogni probabilità, nessuno intende ricevere ai piani alti del nostro calcio. Quel che conta, in ogni caso, è che la vicenda si è chiusa e la Sampdoria disputerà l'Europa League.