La protesta corre sul social dopo la decisione del giudice sportivo Tosel di squaliicare per quattro giornate il fuoriclasse argentino Gonzalo Higuain (trenta gol in campionato). La proposta, diventata nel giro di poche ore virale, è quella di strappare la tessera Premium in segno di protesta. Ovviamente a scatenare la rabbia dei tifosi azzurri non è soltanto il verdetto del giudice sportivo, preventivabile in punta di diritto (con la concreta ipotesi di una riduzione a tre turni in caso di accoglimento del ricorso), ma una serie di decisioni degli arbitri che, secondo il j'accuse partenopeo, avrebbero indirizzato il sempre discusso campionato italiano nella direzione della Juventus.

La mancata espulsione di Leonardo Bonucci (e nel complesso la direzione di gara di Rizzoli nel derby col Torino), tra gli altri episodi, rappresenta il pomo della discordia e uno dei principali temi di contestazione dei tifosi del Napoli. Ma al di là delle valutazioni, sempre discutibili e opinabili in materia "pallonara", resta la presa di posizione sui generis degli aficionados azzurri.

La disdetta diventa virale sui social

Tante le adesioni nel giro di poche ore. In particolare su facebook alcuni tifosi del Napoli hanno pubblicato la lettera di disdetta accompagnata da una motivazione eloquente: "Pagare per seguire il calcio italiano in tv è come rileggere ogni anno lo stesso libro andando ad acquistarlo ogni volta - si legge nella disdetta inoltrata a Mediaset Premium.

Scelgo di non pagare più perché ormai conosco già il finale. Non voglio essere contattato per convicermi a ritirare la disdetta". Tante le condivisioni ed i like.

"Lo stesso finale ogni anno: inutile abbonarsi"

In molti sono pronti a fare lo stesso anche con Sky. Una presa di posizione che fa seguito alle dichiarazioni di Sarri che aveva contestato anche le modalità con le quali vengono scelti anticipi e posticipi (con il Napoli impegnato sempre dopo la Juventus).

Un dato resta incontrovertibile: la parte più sostanziosa dei ricavi delle società di serie A arriva dai proventi televisivi e, fin quando non si troveranno fonti di guadagno alternative, tutti i club dovranno piegarsi alla ragion di stato.