È di stamattina l’ufficialità. Il Chelsea, squadra londinese, punta tutto su Antonio Conte a decorrere dalla prossima stagione. Le voci che lo avrebbero detto in procinto di accasarsi ai Blues circolavano da mesi, e dopo un lungo testa a testa con Max Allegri, attuale tecnico della Juventus, è riuscito a spuntarla. A lui sarà affidato il compito di riportare in auge un team che quest’anno ha passato probabilmente la peggiore stagione dell’era Abramovich.

Lontano dalla zona Champions, il club di proprietà del magnate russo occupa attualmente la decima posizione in Premier, avendo cambiato rotta dopo l’esonero dai costi faraonici del portoghese Josè Mourinho.

Conte in una nota si è detto “estremamente eccitato per poter lavorare nel club di Londra e confrontarsi con la Premier, uno dei più difficili campionati al mondo”, aggiungendo poi: “Sono molto orgoglioso di allenare la squadra del mio paese ma il lavoro quotidiano mi manca, e un club come il Chelsea è la scelta migliore dopo questa esperienza nazionale”.

Due Palmarès di tutto rispetto

I due firmatari del matrimonio: da un lato Antonio Conte, l’allenatore italiano più vincente degli ultimi anni, principale fautore della rinascita bianconera e tre titoli consecutivi conquistati. Da un altro il Chelsea, il primo club europeo a muovere ingenti somme per il mercato (si ricordino gli acquisti record di giocatori rivelatisi poi di medio livello o non utili alla causa: Wright-Philips, Shevchenko, Del Horno), e vincitore negli anni di Premier, Uefa Champions League, e Europa League.

Al momento della firma il tecnico italiano avrà certamente avuto rassicurazioni sul mercato da parte del patron russo. Indiscrezioni dell’ultima ora sembrano confermare che il quarantaseienne abbia intenzione di pescare i suoi gioielli dal mercato italiano. Bonucci e Candreva, su tutti, sono solo alcuni dei nomi che circolano.

Il brand Italia

Conte è solo l’ultimo nome italiano che viene esportato all’estero. L’allenatore già di Arezzo, Bari, Atalanta, Siena e Juventus, è stato preceduto da altri colleghi famosi nell’avventura extraitaliana e la scuola allenatori italiana sembra essere sempre più apprezzata fuori paese. Basta citare nomi del calibro di Carlo Ancelotti, che vanta nel sua palmarès la guida di Real Madrid, PSG, e lo stesso Chelsea.

Roberto Mancini che abbiamo visto in passato seduto sulle panchine di Manchester City e Galatasaray, o ancora si pensi a chi in Italia non ci è mai arrivato Roberto Di Matteo: prima Chelsea, poi Schalke 04. Ancora Capello, Trapattoni, Zenga, Vialli e il pioniere d’oriente Marcello Lippi. Tutti manager, e italianissimi, apprezzati e vincenti all’estero.