Il 5 luglio del 1982 ha cambiato la storia del calcio: Italia-Brasile 3-2 dei Mondiai di Spagna è tra le partite più belle di sempre e segna anche uno spartiacque. Allora ci si rese conto che il gioco cosiddetto 'all'italiana' era tutt'altro che superato ed il Brasile, ultrafavorito in quel match, comprese sulla sua pelle il valore del gioco difensivo. Negli anni successivi, infatti, il suo calcio inizierà ad 'europeizzarsi'. Paolo Rossi, l'autore di quella storica tripletta, ha compiuto oggi 60 anni.

La carriera di 'Pablito'

Nato a Prato nel 1956, viene acquistato dalla Juventus nel 1972 quando militava nella Cattolica Virtus.

Il suo percorso nel settore giovanile è ostacolato da tanti infortuni, addirittura tre operazioni al menisco in due anni. La Juve lo cede in prestito al Como, dove fa il suo esordio in Serie A nel 1975. La svolta della sua carriera avviene l'anno successivo quando viene prelevato in compartecipazione con la Juventus dal Lanerossi Vicenza. Con i veneti esplode, a suon di gol, e trascina la squadra alla promozione in serie A nel 1977 e, poi, ad uno storico secondo posto nel massimo campionato nella stagione 1977/78. Rossi è il capocannoniere del torneo (24 gol), cifre che convincono Enzo Bearzot a portare il promettente centravanti in Argentina, in un edizione dei Mondiali dove l'Italia si prende grandi soddisfazioni e chiude con un convincente quarto posto.

Il soprannome di "Pablito" nasce proprio durante la Coppa del Mondo '78 dove mette a segno 3 gol. Il Vicenza, nella stagione successiva, si aggiudica definitivamente la proprietà del giocatore ma un nuovo infortunio inciderà sul suo rendimento e su quello della formazione biancorossa che retrocede in serie B. Nell'estate del 1979 Rossi passa in prestito al Perugia, altra realtà emergente del calcio italiano.

Siamo nella stagione 1979/80, quella del primo scandalo del calcioscommesse che travolge in pieno anche il bomber toscano: accusato di aver truccato la partita Avellino-Perugia (nella quale realizza una doppietta, ndr), 'Pablito' viene squalificato per due anni. Medita di lasciare l'Italia ed il calcio ma in suo soccorso arriva Giampiero Boniperti, nonostante la squalifica infatti il presidente della Juventus lo rivuole a Torino.

Paolo accetta e torna in campo nel maggio del 1982, in tempo per festeggiare il ventesimo scudetto bianconero e, soprattutto, per rispondere alla convocazione di Bearzot per i Mondiali di Spagna.

La leggenda ed il declino

Paolo Rossi delude nelle prime uscite mondiali così come tutta la squadra, qualificata ai quarti di finale soltanto per la differenza reti favorevole nei confronti del Camerun, e non incide più di tanto nella successiva, vittoriosa sfida contro l'Argentina. Poi il miracolo sportivo, la fantastica tripletta contro il Brasile di Zico, Falcao e Socrates ed il resto è marcia trionfale: la doppietta contro la Polonia apre agli azzurri la strada della finalissima di Madrid dove Rossi segna il primo gol del 3-1 con il quale l'Italia batte la Germania e vince la sua terza Coppa del Mondo.

Con 6 gol, Rossi sarà il primo italiano capocannoniere di un Mondiale e, a fine stagione, sarà anche il primo italiano a vincere il Pallone d'Oro. La sua leggenda è scritta ma subito dopo la favola di Spagna inizierà il suo declino. Vincerà scudetti e coppe con la Juventus ma, "prigioniero" di soluzioni tattiche poco congeniali alle sue caratteristiche ed "offuscato" dallla stella di Michel Platini, lascerà Torino nel 1985 e passerà al Milan dove vivrà un'annata abbastanza anomima. La sua ultima stagione è quella al Verona, campionato 1986/87, alla fine della quale a soli 31 anni appenderà le scarpette al chiodo complici i continui problemi alle ginocchia già martoriate in gioventù. Sono trascorsi quasi trent'anni dal suo ritiro, il nome di Paolo Rossi resta indelebile nella storia del calcio e nella cultura popolare, anche in quella brasiliana dove per tutti è "o carrasco do Brasil", il boia del Brasile.