Se ti chiami Francesco Totti non sarai mai considerato uno qualunque. Sei l'ottavo Re di Roma, il "Pupone", "Er Magico" o semplicemente "Capitano". Totti, assieme a Buffon, è l'ultimo immortale del calcio italiano. Lo è per la classe cristallina da vecchio numero 10. Lo è per lo smisurato amore verso la maglia della Roma, la sua seconda pelle, che poi forse - diciamocela tutta - tanto seconda non è.
Con quella maglia giallorossa ha scritto la storia. Con quella azzurra, invece, ha marcato per sempre il suo nome tra i più grandi della storia di questo sport.
Una vita e una carriera condizionata, però, da alti e bassi dal punto di vista comportamentale, perché in campo Totti è sempre stato il più bravo di tutti.
I peccati "capitali"
Totti, soprattutto nella parte centrale della carriera, ha a volte subito il peso del nome, della classe e della responsabilità. Sotto questo aspetto, il 2004 è stato un anno emblematico. In una gara di Champions, contro i tedeschi del Bayer Leverkusen, Totti si è reso protagonista di una "passeggiata" sul biondo Ramelov. Ben più grave il comportamento a Euro2004, quando il capitano della Roma è il giocatore di spicco della nostra Nazionale. All'esordio, però, Totti cede alle provocazioni del danese Poulsen e lo "punisce" con uno sputo che gli costa il proseguo della rassegna.
Italia fuori al primo turno ma, fortunatamente per Totti, tutti ricordano il biscotto "danisvedese".
Passa qualche mese e il giallorosso si becca ben cinque turni di squalifica per aver schiaffeggiato il difensore del Siena, Francesco Colonnese. Nel 2007, dopo aver vinto il Mondiale, Totti si rende protagonista, suo malgrado, di una reazione accesa nei confronti del difensore del Livorno Galante, e del suo preparatore Vito Scala.
Rassegna che è continuatanel 2010, quando un Totti furioso scalcia da dietro Balotelli e si becca diverse giornate di squalifica. Lo scorso anno la diatriba con Luciano Spalletti, l'intervista alla Rai, le polemiche e l'allontanamento da Trigoria.
I numeri del capitano
Ma Totti, fortunatamente, è stato molto altro. Quarant'anni, in fondo, sono sufficienti per vedere pregi e difetti di una persona.
Il "Pupone" ha incantato il mondo. La consacrazione nel 2000, l'anno del Giubileo, l'anno del nuovo Millennio, delle Olimpiadi di Sidney e degli Europei in Belgio e Olanda. Semifinale proprio contro gli olandesi. Totti va sul dischetto, guarda Van der Sar e lo irride con un meraviglioso scavetto. Da lì in poi, il "cucchiaio" sarà il suo marchio di fabbrica. Lo luciderà nel derby vinto 5-1 contro la Lazio, con tanto di dedica (6 Unica) alla sua Ilary. Lo riproporrà anche a San Siro contro l'Inter, in quello che è considerato uno dei suoi gol più belli di sempre.
Totti è amore, è poesia. Trascinatore indiscusso nella conquista dello scudetto nel 2001, il terzo della storia della "sua" Roma. Totti è potenza, come il sinistro al volo rifilato alla Sampdoria.
Totti è sostanza, come i 26 gol che gli sono valsi la Scarpa d'oro nel 2007. Totti è sogno, come il rigore al 94' realizzato contro l'Australia agli ottavi di finale del Mondiale poi vinto a Berlino. Lui ci ha messo lo zampino, seppure ha rischiato, a causa del brutto infortunio contro l'Empoli, di non partire per la Germania. Totti è calcio, e lo dimostra a quarant'anni, quando si prende per mano la Roma in un periodo in cui le cose non vanno benissimo. Totti è umanità, testimoniata dalla campagna UNICEF a sostegno dei più piccoli e, diciamolo, anche dalle divertenti barzellette che testimoniano la sua allegria e il suo essere semplice.
Pregi e difetti di un uomo che ha scritto la storia, a prescindere dal tifo. Totti è di tutti. Buon compleanno, capitano.